Il secondo, dal titolo Futurismo e Futurismi alla Spezia, prende spunto dal nucleo di opere di Fortunato Depero, Gerardo Dottori, Pippo Oriani, Enrico Prampolini, presenti in mostra. Eleonora Acerbi, storica dell'arte e conservatore del CAMeC, ricorderà i principali momenti della vicenda futurista spezzina; mentre Roberto Alinghieri interpreterà alcuni brani aeropoetici dedicati alla città.
Il Futurismo giunge alla Spezia già nel 1914, in occasione di una rumorosa Serata al teatro Politeama, fonte di scandalo e di sconcerto per il pubblico sprugolino, e ancora nel '16, '20, '21 e '24 con diverse rappresentazioni teatrali. Nel contempo artisti indigeni (Tucrito Balestri, Giuseppe Caselli, Giovanni Governato) aderiscono all'avanguardia e una particolare frangia estremista del movimento, l'anarco-futurismo, trova nello stesso Governato e in Renzo Novatore due dei più genuini interpreti. I primi anni Trenta, infine, vedono il periodo di più incisiva frequentazione della Spezia, coincidente con l'affermarsi del cosiddetto Secondo Futurismo.
Il golfo e la città, giovane, moderna e armata, rappresentano il territorio ideale per l'incursione e l'azione futurista: basti ricordare l'importanza dell'Arsenale militare, l'imponenza dell'incipiente apparato industriale e cantieristico e la presenza di ben due idroaeroporti. Nel '32 si tiene la mostra Aeropittura e Arte sacra futuriste e nel '33 viene organizzato il Premio Golfo della Spezia, rassegna-concorso ideata dall'infaticabile Marinetti, che, in appendice al concorso di pittura, lancia una sfida ai poeti d'Italia, invitandoli a comporre un poema ispirato al Golfo della Spezia. Affidati alla libera interpretazione del soggetto, i componimenti devono disertare l'uso della metrica e non superare le mille parole.
E appunto la lettura di alcuni brani pensati per la sfida, affidata alla virtuosa voce di Roberto Alinghieri, chiuderà l'incontro.