Figlia di operai, marcata come i jeans "Rifle" che la sua mamma ha cucito in fabbrica cinque giorni a settimana per più di trent'anni, Simona decide di scrivere una tesi di laurea sui minatori che forano le montagne del Mugello, per far passare, come una pallottola, il treno ad alta velocità.
Lei è ferita, la sua terra sanguina acqua e quei lavoratori in galleria, lontani da casa, isolati in campi base, soffrono. In questa ricerca fatta di cantieri difficilmente accessibili, tute arancioni che parlano dialetti del Sud e polvere da ingoiare, Simona –"la ragazza dei questionari"- incontra volti combattivi e dolenti, colori, parole che le fanno ripensare ossessivamente alla sua giovane e semplice vita, al suo paese ed ai suoi personaggi, alla sua umile famiglia.
In questa coscienza Simona scrive un lungo monologo ossessivo dove tutto sembra scorrere lì, in presa diretta, sotto ai nostri occhi.
Un romanzo operaista moderno, una storia di lotta e di fatica, disfatta e resistenza umana, di donne in catena e uomini sottoterra, che nonostante tutto non vogliono "farsi mettere sotto".