Accanto a lei, altre personalità femminili avevano collaborato alla rivista ligure-milanese, evidentemente aperta fin dai primi anni della sua vita, dunque fin da prima della Grande Guerra, alle donne che stavano velocemente percorrendo quel cammino artistico di emancipazione che le ha portate fino ai massimi traguardi di oggi. La raffinata personalità di Irma Pavone Grotta, pittrice, acquafortista, xilografa e illustratrice, allieva di Adolfo Tommasi e di Raoul Dal Molin Ferenzona, costituisce un ponte di eccezione tra la tradizione naturalistica ottocentesca e il Simbolismo, come testimoniano da una parte il Ritratto di Giovanni Fattori e dall'altra l'effige di Baudelaire, polarità inconciliabili se non per Irma che seppe costantemente virare dagli apici del macabro e dell'esoterismo verso una sintassi semplificata votata a lapidari frammenti di un'universale quotidianità. Tra le rarissime donne, insieme con l'umbra Emma Dessau Goitein, convocate da Ettore Cozzani a rinvigorire il ceppo xilografico sulle pagine de l'Eroica, la Pavone Grotta incarna con sbalorditivo vigore tecnico e dilatate ambizioni culturali quella fertilissima stagione della rinascita della xilografia italiana del Ventennio, di cui la rivista ligure resta tra gli episodi più acclarati. Stimatissima da Carlo Servolini - artista livornese a cui è dedicata la pinacoteca del Comune di Collesalvetti che ha prodotto la mostra - così come sostenuta dal figlio Luigi, la xilografa fu inoltre protagonista dei dizionari curati dal celebre tipografo bolognese Cesare Ratta (in particolare Gli adornatori del libro in Italia) e ospitata ripetutamente nell'ambito di esclusive riviste specializzate quali la Xilografia diretta da Francesco Nonni. Nel 1925 su L'Anfora, diretta da Irma Viggiani, l'artista viene celebrata per la vocazione aristocratica e il virtuosismo tecnico delle realizzazioni incisorie, dalle acqueforti alle puntesecche, fino al reparto dell'illustrazione libraria. Ma è soprattutto nella xilografia che la Pavone Grotta incarna un aggiornamento internazionale, sulla scia, da lei stessa dichiarata, di Félix Bracquemond, mutuandone quell'affezione per la stampa a colori concepita nel segno delle mode giapponiste. Le opere selezionate per questa rassegna tracciano un percorso scientificamente e linguisticamente ponderoso, che spazia dal Simbolismo al Déco, dal 'preraffaellismo' di Adolfo De Carolis fino a certe mode folkloristiche imperanti in seno alle Biennali di Arti Decorative di Monza; e ancora, dall'epica filogermanica alla Walther Klemm, per poi optare per uno scabro sintetismo contiguo a quei pilastri de L'Eroica che furono Emilio Mantelli e Publio Morbiducci, non senza escursioni di ambizione secessionista, come nel caso della Città di sogno, paragonabile alle migliori espressioni di un Marussig. La riscoperta della personalità colta e raffinata di Irma Pavone Grotta, dedita anche al settore delle arti decorative, in particolare ceramiche, icone e tessuti, non solo conferma la validità del progetto scientifico della mostra improntato alla valorizzazione di una artista dimenticata dalla bibliografia critica, ma contribuisce ulteriormente a dilatare l'orizzonte di riferimento del Novecento toscano. Irma Pavone Grotta 1900 - 1970 "L'aristocrazia della linea nel segno de L'Eroica - Dal Simbolismo al Dèco". Inaugurazione: venerdì 25 luglio ore 18.00 Durata: 26 luglio – 31 agosto 2014. Orari: mercoledì e giovedì 15-18; venerdì, sabato e domenica 10-13 / 15-18. Chiuso il lunedì e martedì.