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Incontro con il professore Gustavo Pietropolli Charmet in Fondazione Carispe

Un pubblico numeroso ha accolto giovedì pomeriggio lo psichiatra e psicoterapeuta Gustavo Pietropolli Charmet, che ha presentato, insieme alla neurobiologa e filosofa Ludovica Lumer, il suo ultimo libro Cosa farò da grande?

Il futuro come lo vedono i nostri figli. Il volume è stato recentemente pubblicato per la collana I libri del Festival della Mente, la serie editoriale promossa dalla Fondazione, diretta da Giulia Cogoli e pubblicata da Laterza che sviluppa i temi che grandi nomi della scienza, delle arti, della filosofia, storia e teatro hanno affrontato nel corso delle diverse edizione del Festival. Essere adolescenti oggi significa iniziare presto a chiedersi "cosa farò da grande", ma riuscire tardi a trovare una risposta. È quanto ha spiegato, nell'incontro in Fondazione, Charmet, autore di numerosi libri sui temi dell'adolescenza, dell'educazione e degli affetti. In molti anni di lavoro con gli adolescenti in crisi e nei colloqui con i loro genitori, lo psichiatra ha rilevato che i ragazzi sono preoccupati più del loro futuro che di quello che è accaduto nel passato. I ragazzi temono di non essere capaci di uscire dall'adolescenza, e i genitori hanno paura di non sapere come e cosa fare per aiutarli. "La proiezione verso il futuro, esemplificata con la famosa frase 'cosa farò da grande' è imprescindibile da una rinnovata conoscenza che l'adolescente ha di sé, del suo mondo interiore e delle proprie risorse personali, familiari e sociali" afferma il professore. I cambiamenti psicofisici degli adolescenti coinvolgono in maniera diretta le famiglie, la scuola, i contesti ricreativi e tutto ciò che ruota attorno al mondo adolescenziale, generando continui interrogativi su chi e cosa abbia il ruolo e la responsabilità maggiore nella formazione del giovane adolescente. "Il cambiamento più significativo nei genitori di oggi è che ritengono di dovere trasmettere al figlio affetto, sicurezza, sostegno, in definitiva amore, piuttosto che regole e valori. - prosegue Charmet -. Oggi la famiglia e la società considerano il bambino un individuo competente, buono, relazionale, creativo, cioè un bambino che ha bisogno di essere valorizzato nella ricerca di se stesso, del proprio talento e della propria indole e di conseguenza meno bisognoso di regole. È sicuramente un cambiamento educativo radicale". Cosa possono fare i genitori per aiutare i loro figli in un momento in cui i giovani si sentano ingannati dalla società organizzata dagli adulti? "Sarebbe bello che i genitori non fossero pessimisti – afferma Charmet - i genitori dovrebbero aiutare i propri figli a capire che toccherà a loro inventare un nuova modello di sviluppo. La crisi che stiamo attraversando segna la fine di un'epoca, e i giovani devono essere in grado di trovare un modello di sviluppo meno consumistico, più sobrio, più attento alla persona, e forse anche più felice".

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Fondazione Carispezia

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19121  La Spezia
Tel.  +39 0187.77231
Fax +39 0187.772330
Email: segreteria@fondazionecarispezia.it

www.fondazionecarispezia.it

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