Sabato 27 luglio alle ore 21.30 a Framura, loc. Costa - Piazza della Chiesa (biglietto 5 euro), Qui e Ora Residenza Teatrale presenta "MY PLACE. Il corpo e la casa", con Francesca Albanese, Silvia Baldini e Laura Valli.
Ricerca materiali Francesca Albanese, Silvia Baldini, Silvia Gribaudi, Laura Valli / regia Silvia Gribaudi / assistente alla regia Roberto Riseri / disegno luci Silvia Gribaudi e Domenico Cicchetti / foto Michela Di Savino / produzione Qui e Ora Residenza Teatrale.
In scena tre corpi nudi - o meglio in biancheria intima - volutamente messi in evidenza: masse corporee vive e non censurate, vere, oneste, ben diverse da quelle che siamo abituati a vedere in mostra sui giornali, su internet, in televisione. Tre donne non più giovani ma non ancora vecchie, certamente non perfette. Ma belle. Perché autentiche. Disposte, in uno show surreale, a offrirsi al pubblico per quello che sono, corpi senza casa né spazio, sfrattate dal proprio io, lanciate a inseguire, divorare e moltiplicare le proprie ombre.
Con passo leggero e sguardo ironico e tragicomico sul femminile. Il corpo - casa è l’immaginario intorno a cui si sviluppa il lavoro di scena: da quel luogo le attrici partono per svelare momenti di fragilità e di bellezza, per restituire spaccati di intimità, per disvelare un posto segreto, un luogo fisico o uno spazio dentro di noi, comunque territorio della visione. Poche parole, quadri visivi, corpi in movimento. Un racconto fisico che indaga i luoghi dell’intimo.
L'appuntamento successivo è giovedì 1/08 alle 21.30 a Levanto - Parco della Cava (biglietto 8 euro).
RezzaMastrella, La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello presentano "PITECUS" di Flavia Mastrella, Antonio Rezza; con Antonio Rezza; quadri di scena: Flavia Mastrella; (mai) scritto da Antonio Rezza.
Pitecus è uno spettacolo che analizza il rapporto tra l’uomo e le sue perversioni: laureati, sfaticati, giovani e disperati alla ricerca di un’occasione che ne accresca le tasche e la fama, pluridecorati alla moralità che speculano sulle disgrazie altrui, vecchi in cerca di un’identità che li aiuti ad ammazzare il tempo prima che il tempo ammazzi loro, esseri che viaggiano per arricchire competenze culturali esteriori e superficiali. Racconta storie di tanti personaggi, un andirivieni di gente che vive in un microcosmo disordinato: stracci di realtà si susseguono senza filo conduttore, sublimi cattiverie rendono comici ed aggressivi anche argomenti delicati. L’uso dei materiali si rifà all’arte povera anche se un occhio è sempre attento alla moda e al costume che influenzano mentalità e portamento dei personaggi.
Nei quadri di Pitecus prevale il triangolo, figura mistica. Teste spigolose fingono ragionamenti razionali, spicchi di volto incattiviscono somatismi già di per sé malvagi e corruttibili. I colori usati a tinte piatte, gialli, verdi, azzurri, rossi, riportano al mondo dell’infanzia, alle costruzioni, ai giocattoli di legno, alle macchie di Rorschach. Non è stato inventato tutto, non tutto è stato enunciato, le parole sono infinite ed infinite le combinazioni, chi vuole farci credere che non c’è più nulla da scoprire è il primo nemico da combattere. Pitecus si scaglia contro la cultura dell’assopimento.
INFO
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