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Carpena, un borgo che affonda le sue radici nella preistoria In evidenza

 Un borgo conteso, diventato Podesteria e poi abbandonato, scopriamo perchè.

Oggi il piccolo paese di Carpena nel Comune di Riccò del Golfo conta 26 abitanti e si presenta come un piccolo borgo su una collina sulla quale si ergeva un tempo un castello, del quale oggi rimane qualche traccia grazie agli scavi archeologici condotti fra il 2004 e il 2005 e ad un successivo intervento conservativo.

Il borgo è indubbiamente uno dei più antichi del territorio, gli stessi scavi archeologici condotti a metà degli anni 2000, hanno restituito anche numerosi reperti archeologici, tra cui manufatti ceramici databili all'Età del Bronzo, alcuni dei quali con decorazioni confrontabili con quelle dei reperti rinvenuti in castellari, come quello di Zignago. Altri scavi realizzati all'interno della cripta della chiesa hanno restituito reperti di origine romana. Rinvenuti anche frammenti di anfore greco-italiche che testimoniano rapporti commerciali con queste popolazioni e pochissimi pezzi in metallo come fibule, molle e bottoni, databili dal III al I secolo a.C.

Carpena viene citata per la prima volta negli Annali di Caffaro nel 1165, quando era dominata dal signore Enrichetto della Turca, che dovette abbandonare il paese di tutta fretta perché, dopo essersi schierato con i Pisani nella guerra contro i Genovesi, dovette fuggire da Simon Doria che, sbarcato a Vernazza con uomini armati, risalì a Carpena incendiando il castrum originario, che venne poi ricostruito successivamente.

Nel XII secolo Carpena diventa sede di un Podestà con giurisdizione anche sul burgus Spediae. Successivamente il borgo viene venduto dal suo signore Giovanni della Turca a Ottobono Fieschi. Nel 1241, durante la contesa tra Genova e l'imperatore Federico II, Carpena si ribella alla Repubblica genovese e quattro anni più tardi il castello entra nei possedimenti di Oberto II Pallavicino, il vicario dell'imperatore.  

Nel 1252 Nicolò Fieschi volle creare una sua Signoria con Spezia capitale, ma Genova non gradì questa azione e mandò Oberto Doria a conquistare Spezia per rimettere ordine. Carpena tradì il conte Fieschi e, assieme a Vezzano, giurò fedeltà alla Repubblica genovese diventando nel 1273 Podesteria, con potere di giurisdizione su tutto il territorio circostante compreso il borgo della Spezia. Quest'ultimo stava crescendo di importanza, venne quindi anch'esso elevato a Podesteria il 1 aprile 1343 dal doge Simon Boccanegra. 

Tra le due podesterie nacque competizione. Nel 1371 la Repubblica genovese decretò unica Podesteria per tutto il territorio Spezia, azione che i carpenesi non gradirono, per cui si ribellarono unendosi a Firenze. Genova reagì e inviò Antonio Doria con sette galee e 1500 uomini, lo sbarco a Vernazza. Gli uomini armati risalirono la montagna verso Carpena, assistiti anche da truppe spezzine, sarzanesi e lunensi. Si cercò prima una trattativa che non arrivò, quindi il borgo fu assaltato e Carpena dovette arrendersi, il borgo raso al suolo. I pochi sopravvissuti si stabilirono nel borgo di Casté, in quanto la Repubbluca genovese vietò loro di ritornare a Carpena. Il borgo rimase disabitato per quasi un secolo, fino all'incirca al periodo in cui vi nacque Antonio da Carpena, il pittore chiamato "il Carpenino".

Oggi le case coloniche che formano il paese risalgono al XVII. La chiesa di San Nicolò è stata edificata sui resti del castrum nella seconda metà del XVIII secolo.


Per fare un viaggio nel borgo cliccate qui.

 

 

 

 

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