Una strada ai cui lati si scorgono bellissime piante di ortensia, conduce a Serenella, frazione di Riccò del Golfo. Un piccolissimo borgo dalle case rosa, rosse e grigie che spiccano nel verde circostante, e che, come leggiamo su alcune guide, hanno fatto guadagnare a Serenella l'appellativo di "Porto Venere di campagna". Uno scorcio di "mondo antico" dove il tempo sembra essersi fermato, le case con il loggiato e gli archi, un luogo ricco di sentieri (da qui parte il sentiero CAI che attraverso il bosco giunge alle 5 Terre), panorami bellissimi, chiese e una fresca sorgente.
Serenella è conosciuta anche come il "paese dei mulini", grazie alla presenza del torrente Riccò. In passato se ne contavano ben sette: oltre ai mulini per macinare cereali e castagne, sono ancora esistenti quelli utilizzati un tempo per la battitura tessile, attività molto fiorente nella vicina frazione di Valdipino.
Nell'alta valle del torrente Riccò un tempo, infatti, gli scalpellini praticavano l'antica arte della lavorazione della pietra arenaria, alle donne, invece, era riservata quella di lavorare la canapa e altre materie prime. Questi antichi mestieri sono rimasti qui radicati fino al secolo scorso.
Il tessuto veniva colorato utilizzando l’indaco, realizzando quella che veniva chiamata la “tela di Genova”, nome che negli Stati Uniti è diventato "Jeans" per i problemi di pronuncia. Quindi dobbiamo assolutamente sfatare la leggenda che il tipico tessuto blu sia nato in America. Fin dal XVI secolo nel porto di Genova si produceva già la tela di color blu, che in un primo momento venne utilizzata per realizzare le vele delle navi, in quanto molto resistente, e successivamente come indumento. L’alta valle del torrente Riccò rappresentava per la Repubblica di Genova, uno dei luoghi di produzione del tessuto.