Dopo l’enorme successo dello spettacolo “Meno male che ce n’è una sola”, nuovo sold out per la scrittrice e sceneggiatrice spezzina Emanuela Messina con lo spettacolo “Il Gentile”. Un tema delicato, quello del viaggio personale di un medico all’interno di un’incurabile malattia, affrontato con lucidità e che regala un percorso di riflessione sociale e formativo.
La trama
Un maturo neurochirurgo e psichiatra di origine ebraica, dopo aver scoperto di avere un tumore inoperabile al cervello, decide di stravolgere la sua vita e trasferirsi in riviera. Lì conosce una giovane dottoressa con la quale inizia una relazione. Presto scopre che ella ha alle spalle una famiglia disfunzionale e decide di sfruttare i sentimenti che lei prova per lui, per aiutarla ad acquisire la consapevolezza di sé e liberarsi così del passato.
Ma questo non sarà l’unico argomento trattato: viene affrontato anche il tema della dignità nella malattia, l’ebraismo, la Massoneria, la vita dopo la morte, e sullo sfondo c’è ancora l’ombra inquietante dell’antisemitismo che condiziona le scelte di chi non si sentirà mai al sicuro in questo mondo, perché “la storia è il ripetersi del medesimo dramma”.
L’autrice
“Nella mia esperienza di avvocato ho potuto rilevare che lo stesso fatto, se raccontato da più persone viene quasi sempre riferito in modo diverso – afferma l’autrice Emanuela Messina - A maggior ragione, gli universi maschili e femminili sono da considerarsi a se stanti, poiché hanno una visione della vita completamente diversa”.
Il soggetto teatrale ha poi offerto lo spunto per il romanzo Hatakikomi uscito nel 2021, in cui la Messina ha potuto meglio sviluppare il personaggio femminile di Eleonora. Insolitamente, in questo caso, è nato prima il soggetto teatrale del romanzo, che ne rappresenta l’espansione e l’arricchimento di sfumature dei personaggi.
“Ne Il Gentile (da gentes, ovvero tutti coloro che non sono ebrei) e Hatakikomi ho trasposto alcuni incontri fortunati che ho fatto a causa del mio lavoro, in cui ho conosciuto alcune persone straordinarie di grande cultura e savoir vivre, delle quali serbo ancora oggi un ottimo ricordo.
Mi piace scrivere soggetti teatrali perché sono paragonabili ai cento metri piani, rispetto ai romanzi che invece potrebbero essere una maratona. In un breve lasso di tempo che può essere un’ora o al massimo due, si crea una magia sul palcoscenico che seduce lo spettatore nel senso etimologico del temine, ovvero lo “porta con sé” in un luogo “altrove”, lontano dai quotidiani affanni. Ed è bellissimo ogni volta creare questa magia e, alla fine, quando si riaccendono le luci, vedere negli sguardi degli spettatori, quelle emozioni che, nelle mie intenzioni, volevo provocare in loro”.
I protagonisti
Interpreta il ruolo di Giordano, Massimo Giorda, attore torinese che si è distinto in ruoli molto diversi tra loro, dal brillante al drammatico, reduce dal recente successo di “Meno male che ce n’è una sola”, in cui interpretava un disforico che si reca al cimitero a trovare la madre che lo aveva torturato da bambino e rigurgita tutto il rancore per ciò che lei gli ha fatto; invece, il ruolo femminile della giovane dottoressa siciliana è interpretato da Ilaria Monfardini, famosa attrice cinematografica e teatrale, “musa” del famoso regista horror Pupi Oggiano, nonché blogger nell’ambito del cinema horror.
“IL GENTILE” di Emanuela Messina
VENERDI’ 12 APRILE
Teatro Impavidi
Via Mazzini, 19038 Sarzana SP
