In occasione della chiusura della mostra dedicata a Giosetta Fioroni, sabato 25 febbraio alle ore 16 con ingresso libero, il CAMeC intende rinnovare l'omaggio alla grande artista romana presentando il catalogo dato alle stampe dalla casa editrice Gli Ori di Pistoia. Il volume, bilingue italiano/inglese, documenta l'intero novero delle opere esposte ed il progetto espositivo, curato da Eleonora Acerbi e Cinzia Compalati; raccoglie inoltre un testo di Gemma Gulisano, che ripercorre la densa biografia artistica della autrice, oltre ad una conversazione fra le curatrici e la stessa Giosetta.
Sono questi gli ultimi giorni per poter incontrare il lavoro di un'artista straordinaria, che in oltre cinquant'anni di ricerca e sperimentazione è stata capace di raccontare, attraverso un linguaggio distintivo e personalissimo, le relazioni, i sentimenti, l'intimità e la quotidianità che accompagnano l'essere umano. Cresciuta nutrendosi della sensibilità dei genitori, entrambi artisti, determinata e anticonformista, Giosetta imbocca naturalmente la strada dell'arte; unica presenza femminile, partecipa alla pionieristica esperienza romana che accomuna i rappresentanti della Scuola di Piazza del Popolo. Il percorso espositivo inizia appunto con la produzione di quegli anni, in cui l'autrice lavora agli Argenti, inventando un linguaggio nuovo e indagando un universo di oggetti e umanità a lei cari. Questo perdurante ciclo è connotato dall'inedita complicità con il medium fotografico, proiettato sul supporto, e dall'impiego dell'industriale smalto alluminio: "diapositive di sentimenti" la calzante e poetica definizione coniata dal letterato e compagno di vita Goffredo Parise. A seguire opere che raccontano nuovi spunti tematici e narrativi e l'evoluzione delle modalità espressive: al vissuto si associa la fiaba amplificando il suo immaginario; la pratica formale si estende aprendosi al collage, all'immissione di oggetti, all'inserimento della scrittura. Costanti la familiarità con il teatro, protagonista del suo lavoro, e lo spunto letterario, che la accompagna assiduamente, prima e dopo la scomparsa di Parise, avvenuta nel 1986.
Negli anni Novanta Giosetta incontra la ceramica, ampiamente rappresentata in mostra. Grazie alla conoscenza con Davide Servadei della Bottega Gatti di Faenza l'artista comincia ad esplorare questo nuovo territorio mettendo alla prova la sua spiccata e raffinata manualità a contatto con la terracotta, che contamina con oggetti e materiali diversi e rende "iperpittorica", come ella stessa ama definirla. Persistono e convivono, anche in questo ulteriore pronunciamento, l'attitudine onirica e fiabesca e il richiamo letterario. Nel 2002 e 2012, con i cicli Senex e L'altra ego, affronta la performance mettendosi coraggiosamente in gioco in età avanzata, con la complicità del fotografo Marco Delogu, affidandosi al trucco e al travestimento. Ed è proprio un lightbox tratto dal ciclo Senex che chiude la mostra.
Le opere esposte provengono principalmente dalla Fondazione Parise - Fioroni, presieduta da Francesco Adornato, dalla Bottega Gatti di Davide Servadei e dai collezionisti della MARCOROSSI artecontemporanea, storica galleria di riferimento dell'artista.
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