Venti tavole di progetto con disegni a carboncino che illustrano il tracciato originario del primo collegamento stradale tra Levanto e Carrodano, datate 1863, sono state trovate all’interno dell’archivio storico del Comune di Levanto, in piazza Cavour, durante lavori di riorganizzazione del materiale contenuto nei locali, fatte incorniciare e affisse su una parete del corridoio del palazzo municipale che ospita altri reperti della storia e delle tradizioni del paese rivierasco.
“Si tratta del progetto integrale, con il dettaglio di quote, ponti, acquedotti, cunette e muri di contenimento del percorso (opera di un ingegnere del Genio Ferrovie), della strada che nella seconda metà dell’800 venne realizzata per collegare Levanto e Carrodano attraverso un tracciato che non corrisponde a quello attuale ma che sale dal convento dell’Annunziata verso la Foce di Dosso, attraversa la valle del torrente Malacqua e scende fino al confine tra i due Comuni, posto nei pressi del ristorante “L’Abetaia” - spiega il sindaco, Luca Del Bello - È una rara e importante testimonianza sia della necessità di aprire collegamenti tra riviera ed entroterra, sia dell’influsso che le Ferrovie hanno avuto nello sviluppo della nostra cittadina, con la creazione di servitù ma contestualmente anche con l’offerta di nuove infrastrutture e servizi”.
Tra le tavole anche due disegni del centro di Levanto prima della costruzione della linea ferroviaria a mare: ritraggono la piazza della Marina (l’attuale piazza Staglieno) e piazza Maggiore (ora piazza del Popolo), a quei tempi distese di sabbia e terra e poi oggetto di consistenti trasformazioni urbanistiche e di arredo urbano proprio in vista del passaggio della linea ferrata sulla sopraelevata (oggi Lungomare Vespucci).
“Abbiamo ritenuto giusto collocare le tavole progettuali nel corridoio dell’ala del palazzo municipale che ospita gli uffici degli amministratori - dice ancora il sindaco – perché questo lungo camminamento è ormai diventato una sorta di piccolo museo che raccoglie reperti della storia e della tradizione locale: dai pannelli con l’elenco cronologico dei sindaci (dal 1815, dopo il Congresso di Vienna) alla pianta di Levanto del cartografo Matteo Vinzoni, alle sagome in legno ad altezza naturale degli artigiani medievali opera del maestro Lele Luzzati. Un patrimonio ora accessibile a tutta la comunità che contiamo di ampliare ulteriormente, compatibilmente con gli spazi a disposizione, ogni volta che se ne presenterà la possibilità”.