Fino a metà settembre, il CAMeC Centro Arte Moderna e Contemporanea della Spezia ospita l'esito di un importante progetto ideato e promosso dall'Associazione di Promozione Sociale Colibrì (presidente Noemi Bruzzi) e realizzato grazie alla disponibilità della direttrice della Casa Circondariale della Spezia Anna Rita Gentile e del suo Staff, con il Patrocinio del Ministero della Giustizia e del Comune della Spezia, la partecipazione della Consulta Provinciale Femminile (presidente Maria Cristina Failla) e della Casa delle Donne (presidente Federica Grigolato).
"L'opera collettiva ospitata al CAMeC, frutto della collaborazione fra la Casa Circondariale e l'Associazione Colibrì non è solo un importante contributo artistico, guidato da Cosimo Cimino, ma soprattutto un fondamentale pilastro sociale, dal forte significato che come Amministrazione abbiamo voluto valorizzare – dichiara il Sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini – All'interno della manifestazione Corazon che ha animato le serate estive nel quartiere Umbertino, è stato compiuto anche questo progetto che abbiamo sposato con grande entusiasmo."
Cosimo Cimino, artista molto conosciuto e autorevole esponente della cultura artistica spezzina, già amatissimo docente per molti lustri, ha accompagnato Andrea, Henty, Mohamed A., Mohamed E.H., Mustapha, Salim, Sam nella realizzazione presso la Casa Circondariale della Spezia di una grande opera collettiva, Il mondo è bello, nell'ambito di un progetto dal significativo titolo Il rifiuto non esiste.
Con impegno, fantasia e dedizione il gruppo di ragazzi ha prodotto questo grande elaborato a più mani, delle dimensioni di 4 metri per 2, che rappresenta uno scorcio del golfo della Spezia con l'impiego di materiali di recupero: lattine, tappi di sughero, coriandoli di carta, carta di giornale.
Così l'avv. Noemi Bruzzi, presidente della Associazione Colibrì che ha ideato il progetto, sintetizza la valenza del progetto: «Anche all'interno di percorsi che stigmatizzano condotte indubitabilmente gravi, occorre trovare la forza ed il coraggio di pescare luce e riscatto dalla versione più buia di sé. La funzione rieducativa della pena a questo deve ambire. Cosimo Cimino ci dice, nel silenzio solo apparente della materia, che il rifiuto, almeno nell'accezione più comune, non esiste. Ci suggerisce una dimensione che nobilita lo scarto. Sovverte i luoghi comuni. Recupera ciò che siamo soliti considerare spazzatura e ne fa un'opera d'arte».