Il termine “Basta” si riferisce ad una cosiddetta interiezione cristallizzata (Treccani), come cristallizzata è la punta della ciminiera della centrale Enel che sbuca dietro agli alberi dell’area verde di Melara dove questo pomeriggio si è tenuta la manifestazione contro la centrale Enel con 200 partecipanti che hanno sfidato il caldo ed indossato le magliette “2021 Basta”, indicando la fatidica data in cui dovrebbe cessare la produzione a carbone.
Sui gradoni dell’area verde i consiglieri comunali dell’opposizione (tranne il Movimento 5 Stelle che ha deciso di non partecipare all’evento) si sono rivolti direttamente all’amministrazione comunale rea, secondo la minoranza, di non aver partecipato a questo evento, puntando il dito in particolar modo contro il primo cittadino Pierluigi Peracchini che ha risposto poco fa con un comunicato stampa al riguardo.
“Vogliamo una riambientalizzazione di Vallegrande - ha dichiarato la consigliera del Partito Democratico Federica Pecunia - E' un'area che può contenere industrie a basso impatto ambientale proprio come prevedeva il PUC della precedente amministrazione che è stato gettato via. Bisogna aprire una campagna di sensibilizzazione e dobbiamo far appendere le magliette ai terrazzi per lanciare un segnale forte a questa amministrazione”.
“Non servono discorsi, serve che l’amministrazione vada al Ministero con gli atti amministrativi - ha ribadito il consigliere di Per la Nostra Città con Giulio Guerri Massimo Caratozzolo - Dobbiamo far capire a Peracchini che il tempo dei giochi è finito, Spezia ha già dato abbastanza”.
Tra i consiglieri dell’opposizione c’è chi tempo addietro (nell’ormai lontano ottobre del 2018) portò in consiglio comunale una mozione sul futuro delle aree Enel, puntando tutto sulla mobilità elettrica: “Si tratta di un tema importante - ha sottolineato il consigliere di Avantinsieme Lorenzo Forcieri - avrà un impatto pari a quello che ha avuto la telefonia mobile. Il sindaco deve mettere su quell’area un vincolo urbanistico per vietare l’insediamento di industrie insalubri”.
Basta con la dipendenza dalle energie fossili, riconvocare il tavolo di concertazione e interrompere il meccanismo di autorizzazione attuale. Questo, molto in sintesi, il pensiero di Stefano Sarti di Legambiente: “In campagna elettorale i due candidati al ballottaggio Paolo Manfredini e Pierluigi Peracchini si schierarono per continuare il tavolo di confronto, ma così non è stato. Abbiamo richiesto più volte di riconvocare il tavolo ma non ci hanno mai dato risposta. Enel ha già depositato la richiesta di autorizzazione al Ministero dell’Ambiente e non ci sono tempi biblici, la scadenza per le osservazioni del pubblico è prevista per l’11 luglio e poi in 60/90 giorni la commissione ministeriale darà un giudizio. Avessimo fatto un po’ più di attenzione nell’AIA concessa nel 2015 forse oggi avremmo qualche arma in più per andare avanti in questa battaglia”.