Un triangolo di terra racchiuso tra le cisterne della centrale Enel, l’imbocco del raccordo autostradale e due canali tombati. Alzando lo sguardo, a pochi metri di distanza incombe la ciminiera dell’impianto di Vallegrande.
In quest’area non propriamente felice, a fianco del supermercato Ekom di via delle Pianazze, sorgerà il nuovo centro di produzione pasti per le scuole comunali.
Si tratta di un project financing presentato all’amministrazione a luglio 2016 da un raggruppamento temporaneo d’imprese, composto da CIR Food di Reggio Emilia, Cora’s e Hesperio della Spezia.
A dicembre 2018 il progetto è stato approvato in consiglio comunale da tutte le forze politiche, tranne Movimento 5 Stelle e Spezia Bene Comune che si sono astenuti. Una votazione sbrigativa, senza molta discussione, e soprattutto senza che venisse fuori il luogo preciso in cui verrà costruito il nuovo centro pasti.
Nella delibera del consiglio comunale l’unica indicazione è questa: “in area di proprietà comunale in via delle Pianazze, località Melara, censito al foglio 48 mappali 1778 e 1269”.
UN PROGETTO A COSTO ZERO PER IL COMUNE
L’inizio dell’iter amministrativo risale all’amministrazione di centrosinistra guidata da Massimo Federici. Dopo le elezioni di giugno 2017, il centrodestra ha riesaminato a sua volta la proposta di project financing delle imprese, arrivando alla conclusione che il progetto è conveniente per le casse comunali.
La costruzione del nuovo centro pasti, infatti, verrà realizzata totalmente a carico di CIR Food, Cora’s e Hesperio, che in cambio otterranno una concessione di 17 anni e 4 mesi per la gestione del servizio di ristorazione scolastica e l’utilizzo della struttura.
Non male per palazzo civico, che in questo modo, senza spendere un solo euro, si troverà costruito un centro di cottura a due piani di 815 mq, per un costo di 1 milione 900 mila euro (più Iva). Una spesa di gran lunga minore rispetto a quella che dovrebbe sostenere il Comune, se andasse avanti da solo: in quel caso, tra Iva, mutui e relativi interessi, l'amministrazione stima un costo di 3 milioni 100 mila euro.
Oggi i centri pasti sono due, nella scuole del 2 giugno e della Pianta, ma avrebbero bisogno di un restyling completo: i magazzini non sono adeguati, gli spazi sono esigui, gli accessi tra operatori e studenti sono promiscui. I pasti che vengono sfornati, inoltre, sono molti di più rispetto al numero per cui i centri erano stati realizzati.
Da qui la necessità di costruire una nuova struttura. Ma sulla scelta del triangolo di terra a fianco della centrale Enel sorgono parecchi dubbi.
UN TRIANGOLO FRA AUTOSTRADA E CISTERNE ENEL
Il triangolo di terreno (oggi di proprietà del Comune, in passato di Enel) in cui dovrebbe essere costruito il nuovo centro pasti è letteralmente racchiuso da due canali tombati, il Pianazze e il Fosso della Colombiera, in cui vengono incanalate tutte le acque meteoriche dello svincolo autostradale.
Il Colombiera, in più, nonostante il considerevole volume d’acqua trasportato, nel suo percorso si restringe notevolmente, fino a confluire nel canale Pianazze, proprio all’estremità dell’area in cui sorgerà la nuova struttura.
A far da cornice, infine, da una parte c’è il raccordo autrostradale e via delle Pianazze, che costeggia la centrale Enel, dall’altra, a pochi metri di distanza, le cisterne per lo stoccaggio degli idrocarburi e la ciminiera dell’Enel.
Dettagli che non hanno impedito al consiglio comunale, lo scorso dicembre, di approvare il progetto, dichiarandolo di pubblico interesse e inserendolo nel piano triennale delle opere da realizzare entro la fine del 2020.
Nel documento si legge che le aziende dovranno garantire una “percentuale del 100% dei prodotti da agricoltura biologica” per le scuole della prima infanzia, un “sostanziale miglioramento nelle verifiche” e nella prevenzione della contaminazione microbica e infine il “raggiungimento di parametri più restrittivi riguardo ad analisi e cariche batteriche”.