La Spezia, la città di Exodus, la città che nel 2006 è stata insignita della Medaglia d'Oro al Valor Civile, la città che in Israele è chiamata la Porta di Sion, da oggi vuole ricordare a se stessa tutto questo, proprio nel luogo dal quale le navi Fede e Fenice partirono nel 1946 alla volta della Terra Promessa, e vuole lancire anche un messaggio di speranza al mondo intero. Una speranza che non deve mai essere disgiunta dalla Memoria della Shoah e delle sofferenze immani che uomini hanno provato ad altri uomini.
Da oggi Molo Pagliari, da dove 1014 ebrei partirono verso un futuro di speranza, diventa luogo della Memoria, con un percorso didattito / espositivo e un monumento commemorativo.
“Veniamo da un cammino lungo e tortuoso – ha sottolineato la Presidente dell'Autorità Portuale del mar ligure orientale Carla Roncallo - essere qui oggi ad inaugurare questo monumento e questo percorso è un traguardo, che lasciamo a testimonianza di quanto è successo. Tutta la città deve essere orgogliosa di quello che ha fatto allora. La Spezia usciva da una guerra che anche qui aveva distrutto moltissimo, era un periodo difficile, eppure i cittadini hanno saputo aiutare un popolo che aveva vissuto una immane tragedia”
“Questo è un giorno molto bello – ha ribadito il sindaco Pierluigi Peracchini – anche se ci fa tornare indietro nel tempo alle cattiverie indicibili che il mondo è riuscito a fare, però è una lezione durissima ma molto bella, perchè la nostra popolazione, pur in momenti di grande difficoltà, ha saputo dare un aiuto concreto a tante persone, 1014 sono partite da qui alla volta della Terra Promessa. Il nostro quindi vuole essere un messaggio di speranza, del bene che vince sul male. Oggi noi vogliamo ricordare e vogliamo che questo ricordo resti come testimonianza, in primo luogo per i giovani, di tutto il mondo. Oggi da qui vogliamo mandare un messaggio di fratellanza che arrivi al mondo intero”.
Orrore e speranza sono le due parole chiave anche del discorso del Rabbino Capo di Genova e Segretario dell’Assemblea dei Rabbini d’Italia Giuseppe Momigliano: “Vogliamo che non si cancelli la memoria, il ricordo delle sofferenze subite dal popolo ebraico, ma vogliamo anche dare un messaggio di speranza. Da qui tante persone sono tornate alla vita”.
Parla la sua lingua di origine la vice ambasciatrice d'Israele in Italia, rivolgendosi ai tanti israeliani presenti, prima di tradurre le sue parole in italiano e ringraziare commossa italiani e spezzini in particolare: “E' solo grazie a voi se noi oggi abbiamo potuto essere qui”.
E sono stati davvero tanti coloro che non sono voluti mancare, viaggiando da Israele, ma anche dall'America, fino alla Spezia per vedere il luogo dal quale sono partiti i loro avi e per rendere omaggio alla città che li ha salvati.
Tra loro Orly Bach, nipote del comandante Arazi, e Haim Confino, nipote di Ada Sereni, che nel 1946 sovrintesero le operazioni relative alla partenza, dal molo Pagliari, per la Terra Promessa dei profughi ebrei reduci dai campi di concentramento.
Dopo i discorsi ufficiali, arriva il momento tanto atteso della scopertura della statua che si staglia con tutta la sua imponenza davanti al mare. L'opera, dal titolo “Le ali della libertà”, porta la firma dello scultore Walter Tacchini.
E' il punto cruciale di un percorso didattico / espositivo che si noda lungo tutto Molo Pagliari e che è stato dedicato proprio a Yehuda Arazi e Ada Sereni.
La piazza, invece, è stata intitolata alla Memoria.
Infine un'altra targa, posta proprio in fondo al Molo, è un ringraziamento che arriva direttamente da Gerusalemme: “Questa placca di Gerusalemme simboleggia la gratitudine del popolo ebraico e la riconoscenza nei confronti del popolo italiano e della città di La Spezia che, con grande coraggio e determinazione, permise ai sopravvissuti alla Shoah di raggiungere la Terra di Zion”.