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"Palmaria, il Masterplan ha scatenato il remake dei contrari a Piazza Verdi" In evidenza

Riceviamo e pubblichiamo da Giacomo Paladini di "Più Europa".

"La presentazione del Masterplan della Palmaria ha già scatenato una sorta di remake del film già visto, "No a Piazza Verdi", radunando molte persone contrarie al progetto all'Urban center venerdì scorso. Ieri, come oggi, mi trovo a favore dell'iniziativa.

Devo dire Infatti che dopo un paio di letture ci si rende conto che la strategia generale per la valorizzazione dell'Isola Palmaria è chiaramente a carattere ambientalista. Parliamo infatti di previsione di interventi volti solo ed esclusivamente alla riqualificazione del patrimonio esistente.

Tutto nasce, e direi per fortuna, da un Protocollo d'intesa tra la Marina Militare, Regione Liguria e il Comune di Portovenere. Finalmente una parte consistente delle tante aree militari, avendo perso la sua funzionalità istituzionale e per la quale ci siamo sempre interrogati sul suo effettivo utilizzo e di cosa farne dopo, viene dismessa e sarà a disposizione del Comune di Portovenere che si impegna in cambio a riqualificare alcune proprietà MM, bagni e circoli ricreativi, presenti al Terrizzo e una struttura ricettiva alla Batteria Semaforo.

Quindi il Masterplan che, ad oggi, non ha ancora funzione prescrittiva ma gode comunque di un articolo già dedicato, nella revisione del PUC, rispetta in pieno le caratteristiche ambientali del Parco Naturale Regionale di Portovenere che definisce l'isola area culturale di eccezionale valore.

Si prevede di mettere in sicurezza gli approdi, migliorare il servizio di accoglienza e della balneazione, che interessa molto i pendolari, nei sabati e domeniche d'estate, migliorare la sentieristica con l'organizzazione di soste attrezzate nei tanti punti panoramici.

Un anfiteatro naturale nelle cave abbandonate nel capo a sud dell'isola. Un programma di riutilizzo delle strutture esistenti, Forte Palmaria, Batteria Semaforo, Batteria cala Fornace, con destinazioni a funzioni museali, piccoli alberghi, ristorante e mercatini a km 0, cioè prodotti in loco grazie al recupero dei terrazzamenti preesistenti. Il tutto senza prevedere un solo mq di superficie utile in più.

Infine la sistemazione dell'unica strada che collega Terrizzo a Forte Palmaria dove potrebbe circolare un minibus elettrico e una cremagliera simile a quella già esistente tra Riomaggiore e il santuario della Madonna di Montenero.

Ci troviamo quindi davanti ad un programma i cui obiettivi sono quelli di una sana frequentazione turistica con qualche opportunità in più rispetto a prima.

Altro aspetto che mi interessa sottolineare è che solo attraverso un'iniziativa di questo tipo che gli abitanti del luogo potranno finalmente avere le urbanizzazioni primarie imprescindibili per una vita decorosa e civile come le fogne, l'adduzione dell'acqua potabile, l'energia elettrica ed eventualmente altri servizi come quello del primo soccorso.

Utilizzando le parole di Kipar, l'architetto che ha redatto il Masterplan, si procede verso la civilizzazione dell'isola con un programma di assoluto rispetto ambientale.

Unico appunto lo faccio sulla previsione di inserire la Palmaria nel circolo turistico delle 5 Terre che sarebbe come dire buttare via tutti gli sforzi di preservare il carattere naturalistico del luogo non adatto alle invasioni di massa.

Sarebbe auspicabile invece un ritorno ad un modello turistico più classico. Per questo e per altri aspetti importanti sarebbe opportuno, per tutti, poter monitorare lo svolgimento dei lavori in modo che siano il più possibile aderenti alle strategie indicate nel Masterplan.

Quindi, per concludere, ci auguriamo che non si debbano fare battaglie senza logica, in un momento in cui il nostro territorio ha bisogno di sviluppo sostenibile e lavoro. Ed è molto bello pensare di farlo esaltando la bellezza dei nostri luoghi, preservandoli e soprattutto garantendo loro una lunga vita, cosa che non è possibile con le teorie dell’abbandono e l'ideologia della totale intangibilità.

Già questo paese è vittima di se stesso, della burocrazia e oggi della tecnocrazia, della corruzione, degli interessi di pochi sui bisogni di tanti. Facciamo in modo che il nostro futuro non sia iniziato l'estate scorsa con il crollo del Ponte Morandi".

Giacomo Paladini, architetto
Coordinatore Più Europa Più La Spezia

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