“Dagli uffici alle calate noi vogliamo il contratto” e “Non ne possiamo più di morire sotto una gru”, sono solo alcuni degli slogan che hanno accompagnato il corteo dei lavoratori del porto che questa mattina si è diretto sotto la Prefettura.
Uno sciopero nazionale di 24 ore che riguarda tutti i lavoratori dei porti, come annunciato nella conferenza stampa tenutasi qualche giorno fa dalle sigle sindacali che oggi sono scese in corteo con i lavoratori.
“Il tema principale è quello del rinnovo del contratto sugli aumenti salariali e l’istituzione del fondo di solidarietà che accompagna anticipatamente all’esodo i lavoratori che non sono più idonei– ha ricordato Marco Furletti (Uil), sottolineando come per il lavoro portuale non rientri ancora nella categoria dei lavori usuranti, ma solo gravosi – Chiediamo, nell’ambito di questo rinnovo del contratto, di essere partecipi al governo di questi processi con confronti preventivi ed individuazione, assieme ai datori di lavoro, delle dovute tutele”.
“Abbiamo registrato nel confronto in sede nazionale dello scorso 12 aprile totale indisponibilità delle parti datoriali a confrontarsi preventivamente su questi temi -ha proseguito Furletti (Uil) - Anche il tema del salario è importante, ci hanno offerto 50 euro nei tre anni ma questi sono spalmati negli ultimi due, per quest’anno i lavoratori portuali, secondo la proposta delle imprese non vedranno un euro di aumento, distanza su tutto”.
Grande soddisfazione da parte delle sigle sindacali per la partecipazione al corteo, facendo sapere che con i primi due turni sugli operativi hanno visto un’adesione del 100%.
“Chiediamo al Prefetto di far presente al Governo che anche alla Spezia la manifestazione è riuscita pienamente – ha rimarcato Fabio Quaretti (Cgil) – Vogliamo il rinnovo del contratto nazionale e politiche dei trasporti più coerenti con il modello di portualità che abbiamo promosso negli anni scorsi, il porto è un pezzo importante del sistema produttivo italiano e le strategie devono essere decise a livello centrale”.
Tra le rivendicazioni anche quella dell’incontro, richiesto ormai da qualche mese, con il Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli.
“Faremo pressioni anche per quello che riguarda la Pontremolese – ha continuato Quaretti (Cgil) – Un’infrastruttura determinante per il porto di Spezia e per il suo futuro. La nostra battaglia per l’automazione, per contare nei processi decisionali, è una battaglia europea. Non possiamo sottrarci perché il lavoro deve essere lo strumento principale della redistribuzione della ricchezza”.
“Il contratto nazionale è scaduto da 5 mesi ormai – ha ricordato Marco Moretti (Cisl) – Rimarchiamo la necessità del rinnovo del contratto per la sicurezza dei lavoratori e per creare un fondo di solidarietà per i lavoratori portuali che svolgono un lavoro gravoso ed usurante, dato che la Legge Fornero si è dimenticata di loro. Il fondo servirà anche ai nuovi lavoratori che entreranno nell’ambito portuale”.