Una nuova struttura commerciale per il bricolage nell’area ex Sio, quella dell’ex fabbrica per il trattamento dell’ossigeno, tra via Carducci, via Maralunga e via della Pianta. È il progetto di Talea Spa, la società immobiliare di Coop Liguria, che da ormai diversi anni si riaffaccia ciclicamente sulle cronache spezzine.
A febbraio 2017 il progetto aveva ricevuto il primo via libera dalla giunta Federici, che poi due mesi dopo, poco prima della scadenza del mandato, lo aveva stoppato attraverso una più ampia variante al Piano urbanistico (Puc). Erano le cosiddette “misure di salvaguardia” per scongiurare nuovi “contenitori commerciali” sul territorio comunale, che però sarebbero saltate a dicembre dello stesso anno, questa volta sotto l’amministrazione Peracchini, con la decadenza del Puc targato centrosinistra.
Da quel momento il progetto di Talea è tornato in ballo, su espressa richiesta della stessa società, con la riattivazione del procedimento di formazione del Puo, il Progetto urbanistico operativo per la costruzione del complesso commerciale.
E ora? Al momento il progetto di costruzione è sotto la lente di ingrandimento della Valutazione ambientale strategica (Vas): sono state richieste delle integrazioni alla società che dovranno passare al vaglio degli uffici comunali, prima della valutazione di carattere commerciale che spetterà alla Regione.
Oggi in commissione l’assessore all’urbanistica Anna Maria Sorrentino, trattandosi di un’istruttoria ancora in corso, non ha voluto sbottonarsi. Ma se dalla Vas non emergeranno forti criticità, il progetto sembra avviato verso la costruzione della struttura commerciale. Non prima però di un’accurata bonifica del suolo: infatti nella zona, a fianco dell’imbocco del raccordo autostradale, era stata rinvenuta una considerevole quantità di carbone contaminato da zinco.
“Allo stato degli atti riteniamo necessario astenerci da qualsiasi ulteriore considerazione, in quanto non sono ancora stati prodotti i provvedimenti conclusivi”, ha spiegato oggi l’assessore, incalzata da Guido Melley di LeAli a Spezia. Che ha stigmatizzato le “risposte molto vaghe dell’amministrazione”.
“La questione non attiene allo stato del procedimento di Vas – ha aggiunto Melley – ma a una valutazione sulla volontà dell’amministrazione di sostenere o meno questa operazione. Se siete favorevoli, ditelo apertamente”.
A fare il punto della situazione è stata la dirigente Laura Niggi: “La convenzione con Talea è stata approvata dall’amministrazione Federici con una delibera in bozza, ma non è stata ancora firmata, come prevede la procedura. Il Puo dovrà essere approvato in via definitiva nuovamente dalla giunta, al termine della valutazione ambientale”.
Su un eventuale stop al progetto da parte del Comune pende la spada di Damocle di una richiesta danni di Talea. Richiesta che la società aveva già presentato, per una somma intorno ai 6 milioni di euro, quando nel 2017 l’amministrazione Federici bloccò l’operazione con la variante al Puc.
“Sarei più cauto se fossi nei panni dell’assessore – ha replicato Melley – Non si deve dare l’impressione che il Comune ha paura dei contenziosi. Non deve essere l’unico elemento che fa propendere verso una scelta come questa. Ora l’aspettativa di Talea è cresciuta a dismisura, anche dal punto di vista giuridico. Ci vorrebbe la responsabilità politica di dire che questa amministrazione vede con favore questa operazione. Mi auguro che se il Comune dovesse approvare il Puo dal punto di vista urbanistico, la Regione confermi le parole di Edoardo Rixi (ex assessore regionale, ndr) che aveva detto basta a nuovi contenitori commerciali sul territorio”.
“Le motivazioni ambientali che hanno determinato lo stop ai progetti di costruzione a Valdellora e Costa di Murlo sono uscite dall’istruttoria di Vas – ha chiarito Sorrentino – Anche in questo caso aspetteremo l’esito della Vas e valuteremo il da farsi”.
Da qui è scattata la bagarre, con il rimpallo di responsabilità tra vecchia e nuova amministrazione. “Le scelte politiche non le ha fatte la giunta Peracchini, ma quella Federici che approvò il documento – ha attaccato Fabio Cenerini, capogruppo della lista Toti-Forza Italia – Bisognerebbe chiedersi come mai si fa una scelta del genere e due mesi dopo si fa una variante per azzerare quella scelta. Questa è l’ennesima eredità pesante che ci troviamo ad affrontare. Dirò di più: ho l’impressione che l’amministrazione Federici, consapevole della sconfitta imminente, ci abbia lasciato deliberatamente, a pochi giorni dalle elezioni, una serie di polpette avvelenate come questa. O erano fuori di testa, cosa possibile, o erano in malafede”.
“Io sono stato candidato alle elezioni per il centrosinistra – ha sbottato Paolo Manfredini del Partito Socialista – Se avessi vinto, il Puc e le misure di salvaguardia non sarebbero decadute. Questa è stata la vostra scelta politica: lasciar decadere il Puc. E oggi siamo in questa situazione”.
Che si tratti di un argomento “caldo” lo dimostrano le prese di posizione di ambientalisti e associazioni di categoria, che fin dall’inizio avevano criticato il progetto. Il presidente di Confcommercio Gianfranco Bianchi arrivò addirittura a parlare di “logiche di speculazioni immobiliari”.
“Siamo in bilico tra una scelta politica e degli atti amministrativi piuttosto avanzati – ha commentato Giacomo Peserico della lista Toti-Forza Italia – La variante al Puc di Federici non fu un tentativo coraggioso di mettere una toppa a una scelta sbagliata, perché di quell’atto non avrebbe risposto Federici, ma la nuova amministrazione. È una valutazione del rischio più che una scelta politica, quindi è giusto che l assessore Sorrentino si tenga abbottonata, perché non è una scelta politica così libera come si vuole far credere”.