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"Educazione e Pace": convegno alla Spezia per illustrare il documento del Premio Nobel 2018 In evidenza

Denis Mukwege lo ha affidato al Prof. Barone: descrive la drammatica situazione in cui vive la popolazione della Repubblica democratica del Congo.

Sabato 2 marzo alle ore 17:00 presso Oratorio Don Bosco, in Via Roma 138 alla Spezia, si terrà un importante convegno sul tema "Educazione e Pace". All’evento parteciperà come relatore il Prof. Francesco Barone, il quale presenterà il Documento che gli è stato consegnato da Denis Mukwege, Premio Nobel per la pace 2018 nella città di Bukavu il 4 gennaio 2019. Il Documento descrive la drammatica situazione in cui vive la popolazione della Repubblica Democratica del Congo: violenze, atrocità, soprusi, di cui sono vittime donne e bambini.

Francesco Barone, Docente presso il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università dell’Aquila ha svolto 51 missioni umanitarie in Ruanda, Burundi, Senegal e Repubblica Democratica del Congo. Ha accolto l’invito di Denis Mukwege durante la sua ultima missione a Goma. E’ importante ricordare l’impegno di Mukwege, grazie al quale, nel corso di venti anni di attività, almeno 50.000 donne sono state curate a causa di violenze e stupri. Negli ’60, Frantz Fanon scriveva: “Se l’Africa dovesse essere rappresentata da una pistola, il suo grilletto si troverebbe in Congo”. A dimostrazione dell’importante ruolo che riveste il Paese africano sotto il profilo economico e sociale.

"La storia si ripete. Sono sparite le catene dalle caviglie e dai polsi delle persone, ma esistono quelle invisibili, sono più subdole e pericolose, riducono in schiavitù milioni di persone. Le principali vittime sono i bambini, attraverso lo sfruttamento minorile, bambini soldato e prostituzione. La schiavitù, quindi, è un fenomeno che riguarda tutto il pianeta, perché la globalizzazione è anche questo, la brutalizzazione delle condizioni dell’uomo e l’affermazione dei nuovi modelli socio-economici che considerano le persone come merci di scambio.Troppo impegnati nell’affermazione dell’io, tutto ciò che non siamo noi stessi sta diventando estraneo, dando così rafforzamento all’indifferenza che genera odio e razzismo. Deviamo la nostra rabbia e le nostre angosce su soggetti vicari, vulnerabili e indifesi. Siamo arrivati ad accusare la povertà e la miseria, come fossero la causa di una così evidente disumanità. Non ci potrà mai essere pace concreta e duratura finché le ricchezze del mondo sono distribuite nelle mani di pochi, mentre altri miliardi di persone muoiono di fame. Questo non è un pensiero politico. E’ semplicemente un pensiero umano. Assoggettati ai nuovi linguaggi disumani, rischiamo di giustificare prodotti preconfezionati, contrassegnati da ingiustizie e prevaricazioni. La sfida, faticosa e ostinata, è quella di impegnarci per la costruzione di un futuro di pace e democrazia. Ora più che mai dobbiamo dare voce a tutte le esperienze positive che valorizzino il rispetto delle differenze e rafforzino l’idea di solidarietà e di non violenza”. Sono queste le parole di Barone.

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