Al termine di una complessa attività di indagine e di un certosino lavoro di incrocio di dati, i Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia della Spezia hanno denunciato, per tentata truffa aggravata, due uomini originari del napoletano, un 48enne ed un 30enne.
L’indagine era stata avviata a maggio, allorché una coppia spezzina aveva ricevuto a casa una telefonata nel corso della quale un sedicente avvocato li informava che un loro congiunto era rimasto coinvolto in un sinistro ed era trattenuto in custodia presso una imprecisata caserma dei Carabinieri, aggiungendo che era necessaria per farlo uscire una cauzione di quattromila euro. Il finto avvocato aveva poi passato il telefono a un sedicente Carabiniere; quest’ultimo comunicava che un “collega” stava recandosi presso la loro abitazione per ritirare l’importo richiesto. I due coniugi, tuttavia, capito che si trattava di un raggiro come quello sentito descrivere tante volte dai mass media, avevano chiamato il 112 e richiesto l’intervento di una pattuglia. Il sopraggiungere dei Carabinieri “veri”, aveva evidentemente scoraggiato l'uomo che avrebbe dovuto ritirare la somma, cosicché la truffa ai danni dei due coniugi non era andata in porto.
Raccolti i primi elementi, gli investigatori si sono messi al lavoro partendo proprio dalla telefonata e sono infine risaliti, dopo avere incrociato i dati di migliaia di conversazioni, ad individuare i numeri di telefono utilizzati anche per altre truffe in Piemonte, avvenute con modalità identiche. I militari sono così risaliti a ricostruire l’identità dei due truffatori: il più anziano, che chiamava dalla provincia di Napoli, ed il più giovane, incaricato di recarsi presso l’abitazione delle vittime designate. A questi elementi se ne aggiungevano altri, su cui gli investigatori preferiscono mantenere il riserbo per non smascherare le tecniche di indagine, che consentivano di offrire riscontri oggettivi al coinvolgimento dei due soggetti.
Nel frattempo i due, proprio a seguito degli altri episodi di cui si erano resi responsabili, sono stati arrestati dai Carabinieri di altri comandi e si trovano rispettivamente agli arresti domiciliari ed in carcere.
L’accaduto offre lo spunto per ricordare che in Italia non è prevista nessuna forma di cauzione e che nessun Carabiniere è titolato a recarsi a casa per riscuotere somme di denaro e che nel caso si venga contattati da un sedicente avvocato o da un sedicente Carabiniere con la tecnica del finto incidente occorre chiamare subito il 112, possibilmente non dallo stesso telefono (gli interlocutori potrebbero non avere riagganciato e fingere di rispondere al posto degli operatori veri).