Non è certo il primo episodio e non è difficile pronosticare che non sarà l'ultimo.
Ad essere presa di mira questa volta è il Segretario della CGIL spezzina Lara Ghiglione bersaglio di provocazioni, attacchi ed insulti su Facebook da parte di queli che definisce “haters” (persone che odiano).
Le prime avvisaglie ieri sera e anche la prima replica del Segretario, con questo post:
“Eccoli lì.
Alla prima manifestazione della Cgil contro la manovra finanziaria piovono haters da ogni dove.
Non sono tra gli amici. Non sai nemmeno come e dove ti hanno trovata. Ma commentano i post scrivendo frasi sconnesse e qualunquiste di attacco al sindacato. Non sono minimamente preparati ma molto aggressivi e molesti.
Se si ha tempo metterli in fuga è semplice. Basta poco per farli cadere come birilli. È sufficiente fare ciò che loro non sono in grado di fare. Argomentare con cognizione di causa. Tenteranno di replicare con qualche frase fatta del tipo "dove eravate" (glielo dimostri) e il PD? (Rispondi che non sei del PD e che comunque quando sbagliava il PD contestavi anche quelle scelte). Non hanno altri argomenti.
Perché in fondo che la manovra sia imbarazzante forse lo hanno capito persino loro.
Passerà. Anzi stanno già passando.
Basta aspettare”.
Il peggio, però, doveva ancora venire. E questa mattina Lara Ghiglione pubblica un altro post con alcuni degli insulti ricevuti, con tanto di nomi degli autori, e questo post a commento:
"Troia. Penosa. Kaka sindacalista. Scomparirete. E tanti altri bei commenti.
Li metto così nome e cognome. Non li blocco e non blindo il profilo. Perché tutti possiate comprendere il livello di certi sostenitori convinti del movimento 5 stelle. Quelli che mettono le stelline anche sulla foto del profilo e che non accettano che si critichi la manovra finanziaria (questa è la mia colpa). Perché il movimento non si discute. Si ama.
Quelli che ti imputano di non aver fatto niente per combattere il jobs act e non si chiedono perché il movimento non lo stia abrogando.
Scrivono tutti le stesse cose come se li avessero educati ad attaccare su determinati argomenti.
A loro questo post non servirà a nulla, ma spero che faccia riflettere molte persone che votavano a sinistra e che in buona fede li hanno votati perché legittimamente delusi e arrabbiati.
Davvero volete lasciare il Paese in mano a Salvini e a questa gente?"
Stavolta la questione potrebbe non finire qui, ma uscire da Facebook ed arrivare in tribunale.