Poco più di 900, invece, quelle che si sono orientate verso l'Ospedale Sant'Andrea della Spezia.
Un dato che si mostra in crescita dal 2010, con la decisione scellerata di chiudere l'Ostetricia a Sarzana. Un dato che dovrebbe allarmare i vertici di ASL5 e in generale chi amministra la Regione Liguria.
Più mobilità passiva, cioè più pazienti in uscita verso altre regioni, equivale a dire: maggiori costi, meno risorse da investire sui servizi e dunque sul personale, una Sanità più povera e con meno prestazioni erogabili.
I numeri sono disastrosi: per il biennio 2015-2016 ASL5 ha pagato alla Toscana oltre 1,5 milioni di euro solo per i parti.
Ma se per i costi diretti è facile fare un calcolo, ben più complesso e difficile è il quadro dei costi indiretti che però incidono subito sulle tasche dei cittadini: maggiori disagi per i pazienti e più spese a carico delle famiglie. Basti solo pensare al costo vivo delle trasferte da sostenere.
La Direzione Sanitaria di ASL5 invece di contrastare tutto questo, migliorando qualitativamente e quantitativamente il servizio, sta rendendo strutturale ciò che invece andrebbe limitato il più possibile.
Aver ridotto il numero di posti letto di oltre un terzo, passando da 23 a 15, è senza dubbio un duro colpo al punto nascite spezzino. Averlo fatto, poi, adducendo la motivazione che la platea di partorienti si sia ridotta in quanto le donne preferiscono le strutture toscane, oltre ad essere un'ammissione di incapacità, è un pessimo servizio alla comunità.
Presenteremo in Consiglio una interrogazione per capire come l'Assessorato regionale alla Sanità intenda risolvere il problema delle fughe riportando le donne spezzine a partorire in provincia, magari riconsiderando proprio il ruolo strategico del San Bartolomeo di Sarzana.
Francesco Battistini
Consigliere Regionale
Rete a Sinistra/liberaMENTE Liguria