Associazione Comitati Spezzini, Coordinamento Comitati del Levante Italia Nostra, Legambiente, VAS esprimono forte preoccupazione in merito a come è stato avviato il percorso che dovrà portare alla progettazione definitiva del Waterfront.
Numerose le perplessità su come Comune, Regione e Autorità Portuale hanno avviato la procedura attraverso la firma del Protocollo d’Intesa:
- non si tiene conto del lungo percorso che ha portato alla dismissione di Calata Paita, acquisita al termine di una durissima vertenza in merito all’attuazione del Piano Regolatore del Porto.
- a quel tempo si parlò espressamente di “restituzione di Calata Paita alla città”, una sorta di compensazione (per quanto chiaramente insufficiente) per i sacrifici sociali e ambientali che l’ampliamento del porto costava alla città; e gli spazi considerati erano quelli dell’intera banchina, e non solamente i 44.000 di cui si parla oggi
- motivo per cui Calata Paita va progettata insieme alla città e per la città, basandosi su principi di sostenibilità, che devono evidentemente avere la priorità su altri tipi di considerazioni
- realizzare la stazione crocieristica in Calata Paita, inoltre, ne sottrae all’utilizzo pubblico una grande parte, inficiando lo spirito stesso dell’operazione
- affidarne poi l’attuazione (compresa la progettazione) a soggetti privati, quali le società crocieristiche, è un’aggravante notevole, sia per quanto attiene le garanzie di interesse pubblico dell’operazione, che per il vincolo temporale (gestione ultradecennale all’investitore, con perdita del controllo pubblico)
- appare infine del tutto sbagliata la procedura che si va delineando per la progettazione della parte “extra stazione crocieristica”; risulta evidente che il Waterfront, per la sua genesi e per la sua importanza per il futuro della città, debba essere progettato attraverso un percorso partecipato che porti l’intera città, e non solo alcune categorie interessate, ad esprimersi per una realizzazione che risponda alle reali esigenze della popolazione e che sappia riflettere le nostre identità e aspirazioni
- per questo ci appaiono premature e sbagliate le proposte avanzate dall'amministrazione di elementi architettonici da inserire nell’area, con una modalità che sembra ridurre il waterfront a mero contenitore e non ad un’area che deve concorrere alla rigenerazione ecologica della città, capace di fornire servizi che aumentino il tasso di sostenibilità di tutta la zona del litorale.
In conclusione occorrerà “lavorare per scenari partendo dalle prescrizioni del Piano Regolatore del Porto (PRP) e dalle buone pratiche in materia di valutazione di piani a valenza strategica, accompagnando il tutto con un percorso partecipativo nella forma della Inchiesta Pubblica come previsto dalla stessa normativa regionale e nazionale in materia di Valutazione di Impatto Ambientale di progetti ed opere (VIA) e Valutazione ambientale strategica di piani e programmi (VAS)”.
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