Un detenuto di origine marocchina giunto alla sua fine pena e sottoposto a decreto di espulsione, questa mattina (30.giugno) si è opposto alla sua scarcerazione e conseguente espulsione, barricandosi in cella e, dopo averla cosparso con dell’olio, ne ha dato fuoco. Nella cella oltre al detenuto vi erano altri 3 detenuti che si sono rifugiati nell’attiguo bagno riuscendo a proteggersi dall’intenso fumo che l’olio bruciato produceva.
E’ il SAPPE della Liguria, attraverso il suo segretario a darne notizia non nascondendo la difficoltà operativa del personale di la Spezia spesso coinvolti in eventi critici che ormai caratterizzano giornalmente tutti gli istituti della Liguria senza che si ponga rimedio. "Questo è preoccupante- afferma Lorenzo- non c’è interesse per l’attività della Polizia Penitenziaria della Liguria".
Il personale è dovuto intervenire per spegnere l’incendio e mettere in salvo tutti i detenuti. Riconoscere al personale l’enorme professionalità è indiscutibile, nel salvare le 4 vite umane però è costato il ricovero al personale intervenuto per aver inalato i fumi tossici.
Anche la sera precedente c’è stato un altro evento critico che ha richiesto un intervento d’urgenza del personale di turno quando tre detenuti stranieri hanno generato una rissa malmenando un altro detenuto ricoverato in ospedale.
"Ma il SAPPe ha le idee chiare sulla gestione dei detenuti senza allontanare mai il concetto di rispetto della dignità umana Ma anche la gestione dei detenuti è sbagliata – continua Lorenzo del SAPPe – il trasferire i detenuti facinorosi da un istituto ad un altro non è risolutivo, infatti a Spezia sono stati trasferiti due detenuti problematici provenienti da Marassi. Questi giornalmente pongono in atto azioni altamente pericolose demolendo le loro celle. E’ ovvio che questo non è fattibile, non si risolvono i problemi spostando i detenuti bensì devono essere affrontati; se il detenuto è psichiatrico questo deve essere seguito e curato in apposite strutture come le REMS che in Liguria non esistono. Ma bisogna istituire appositi reparti detentivi dotati di personale medico e specialistico che deve seguire e curare i detenuti bisognosi. Questo manca in Liguria. Manca anche una seria politica formativa al personale di Polizia che giornalmente affronta le criticità prodotte dai detenuti, necessitano corsi per formare squadre antincendio, pronto intervento, soccorso e gestione dei detenuti.
Ridisegnare il carcere – conclude il SAPPe – rivedendo i circuiti penitenziari e la gestione degli istituti, non solo ma necessita investire in tecnologia, incrementando la sicurezza dotando il personale, di strumenti efficaci, oggi assenti, per fronteggiare le quotidiane criticità.
Il carcere della Spezia si connota con una carenza di organico di quasi 40 poliziotti mentre la popolazione detenuta risulta essere di 230 su 151 posti disponibili dove il 65% è di nazionalità straniera.
E’ ormai chiaro che è indispensabile che il nuovo Governo, – continua Lorenzo – inizi ad occuparsi anche delle carceri liguri, il SAPPe ha già inoltrato al nuovo Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede una sommaria relazione sui casi critici della Liguria e lo stesso interessamento lo chiederemo ai vari esponenti politici della Regione Liguria, abbiamo già annunciato che ormai la loro campagna elettorale è terminata quindi ora bisogna ragionare sui fatti e non più sulle promesse".