Un’alba di ricordo in memoria di Gennaro “Rino” Canfora: in 150 si sono ritrovati stamattina alle 5,30 per ricordare un figlio, un amico, un compagno di vita e di lavoro. Silenziosi, con i berretti e le magliette azzurre, hanno atteso che la pioggerella si arrestasse e il sole spuntasse dietro le Apuane prima di incamminarsi verso il lungomare, sbandierando il volto sorridente di Gennaro, strappato alla vita dalla meningite i primi di febbraio del 2017.
Particolarmente commossi ma felici per tanto affetto i genitori di Rino, con il papà Roberto, la mamma Florinda e i fratelli Emanuele e Miriam. Dopo la camminata – per qualcuno una corsetta dal faro al Mirabello – la comitiva si è radunata in piazza Europa, per poi darsi appuntamento al Centro Legiraffe DLF di Maurizio Reboa, che ha ospitato un torneo di beneficenza tra sei squadre a 5: due le compagini degli amici del Napoli Club Golfo Dei Poeti, due le squadre del Murphy's, il locale di Michele Savino (presente all’alba insieme a colleghi e amici) in piazza Chiodo dove Rino lavorava alternandosi con gli studi all’Università di Pisa, una squadra degli amici di Rino e una squadra mista del Centro sportivo Fantasy.
Al termine del torneo c’è stato un rinfresco e un breve ma sentito discorso da parte del segretario del club Napoli Fabio Rossi, infine la donazione a favore dell'associazione della tutela animali Liberi di Santo Stefano Magra, presente con la presidente e alcuni soci.
Il senso dell’iniziativa nelle parole dell’amico Giulio Civitella: “La misura di una vita ben spesa non sta in quanto è durata, ma in quanto si è donato. E’ questo il tema della seconda edizione dell’albarunner in ricordo di Rino. Quando l’anno scorso l’avevo proposto ai genitori Roberto e Flo mi sembrava davvero qualcosa di azzardato, quasi di irriverente. Eravamo tutti sgomenti e loro ...beh il dolore che provano loro è indescrivibile. Ma già durante le fasi preparatorie ci eravamo resi conto di quanto amore avesse lasciato. E la solita frase di circostanza che si utilizza “Sono sempre i migliori che se ne vanno“ era stata sostituita da Rino Anima bella. Si. un’anima bella che è sempre presente in ognuno di noi, in modo diverso, perché ognuno l’ha vissuto in modo diverso. Al termine della prima edizione, con un numero di partecipanti che si aggirava intorno alle 100 persone, eravamo stati quasi obbligati a dover ristampare maglie, perché altri amici volevano un ricordo. Sulla base di questa esperienza ci siamo ripetuti quest’anno, alzando l’asticella a 150. Il calore di stamattina è la prova tangibile di quanto bene abbia fatto questo ragazzo semplice. Figlio di una famiglia normalissima, cresciuto con valori sani. La sua vita terrena è durata giusto 25 anni. Forse davvero pochi per poterlo apprezzare, ma il suo sacrificio (Giulio si riferisce all’espianto degli organi, ndr) ha fatto sì che altre persone potessero vivere in modo dignitoso. Il suo tramonto è stato terribile, veloce, senza nemmeno il tempo di salutarlo. Personalmente credo tanto nei segni, stamattina c’era una leggera pioggerella che sembrava volesse rovinare il tutto. Proprio come quando lui se ne andato. Ma l’alba è stata stupenda. E il suo donarsi per volere di Roberto e Flo è paragonabile all’alba di stamani nella vita di altre persone. Grazie a tutti coloro che credono in queste cose e che nonostante l’ora hanno partecipato con gioia”.
