I massaggi 'abusivi' in spiaggia sono ufficialmente fuorilegge: a fare le spese di tanta improvvisazione può essere la nostra salute.
Offerti in spiaggia da personale, per lo più orientale, non sappiamo quanto preparato, potrebbero, infatti, provocare danni. Quello più evidente è cutaneo, poichè l'igiene di questi 'manipolatori' è assolutamente approssimativa.
Le dermatiti, i funghi e le altre patologie più comuni della pelle si diffondono con estrema facilità. L'altro ordine di patologie si collega a quelle strettamente ortopediche legate alla manipolazione muscolo-tendinea che viene effettuata con tecniche assolutamente approssimative senza conoscere la storia clinica del cliente.
Il pericolo maggiore lo corre la colonna vertebrale, dove le radici nervose emergono dagli spazi intervertebrali, praticamente a pochi centimetri dalla superficie cutanea. A questo punto una digitopressione effettuata con tecniche approssimative può provocare infiammazioni delle radici nervose e di conseguenza contratture muscolari paravertebrali, che possono provocare blocchi articolari dolorosi e persistenti.
Dal punto di vista legale il ministero della Salute, dal 2008, ha emanato una serie di ordinanze che dichiarano queste pratiche fuorilegge con l’obiettivo di tutelare «l’incolumità pubblica dal rischio derivante dall’esecuzione di massaggi lungo i litorali», ma dal 2011 il divieto non è più stato confermato. Anche senza divieto, comunque, resta la legge che vieta l’esercizio abusivo di arti e professioni sanitarie e in caso di controlli rischiano multe sia i «terapisti da spiaggia» sia i loro clienti.
Sindaci e gestori degli stabilimenti balneari sono chiamati a sorvegliare che sui litorali affollati non vi siano massaggiatrici abusive che offrono prestazioni terapeutiche ai bagnanti al fine di salvaguardare la salute dei cittadini dai rischi derivanti da prestazioni effettuate in luogo non autorizzato da soggetti che non sono in possesso di comprovata preparazione e competenza.
(Testo: Nicola Busco)