Fare il punto della situazione sulle colonie feline presenti sul territorio, per avviare un censimento che permetta di mettere in campo un accurato piano di sterilizzazioni dei gatti randagi. Questo l’obiettivo della riunione di oggi a Palazzo Civico, che ha messo a confronto l’amministrazione comunale con le associazioni e i singoli cittadini che si occupano del fenomeno.
“A livello regionale ci siamo accorti che abbiamo poco coordinamento, sono rimasta scioccata dalla situazione delle altre province – ha esordito l’assessore ai diritti degli animali Giulia Giorgi – Abbiamo deciso di coordinarci con tutti i comuni della provincia seguendo le linee guida che saranno fornite dalla Regione. Il nostro compito come Comune è quello di capire da voi la situazione delle colonie sul territorio, per individuare le principali problematiche e capire come dobbiamo intervenire”.
Stando alle normative, fin dal 2000 gli enti comunali sono tenuti a realizzare un censimento dei gatti randagi presenti sul territorio di competenza. Ma questo, come nel caso del Comune della Spezia, spesso non è avvenuto.
“Secondo noi si tratta di una cosa di buonsenso”, ha spiegato la consigliera comunale della Lega Federica Paita, che da tempo si occupa a livello volontario del problema. “Anche l’inserimento del microchip nei gatti randagi è obbligatorio, già dal 2013. Dal prossimo anno, invece, toccherà all’Asl occuparsi delle sterilizzazioni. Questo censimento sarà lo strumento che ci permetterà di avere un quadro completo del randagismo”.
Tra le maggiori problematiche evidenziate da cittadini e associazioni che hanno preso parte alla riunione, spicca su tutte la scarsità del personale: i gatti randagi alla Spezia sono tanti, mentre le persone disposte ad occuparsene sono troppo poche.
“Ci vorrebbe un’associazione che entro il 31 luglio, con il supporto del Comune, realizzi un progetto di sterilizzazione dei gatti randagi, per farlo finanziare dalla Regione – ha aggiunto Paita – Spezia ha bisogno di avere dei fondi subito per avviare le sterilizzazioni”.
Un primo elenco delle colonie presenti sul territorio, nel frattempo, dovrebbe essere inviato a breve al Comune da associazioni e singoli cittadini che hanno partecipato all’assemblea.