Erano stati portati in Questura a seguito di una lite in strada avvenuta nella tarda mattinata di ieri in via Finzi e perchè sprovvisti di documenti, i due tunisini finiti in manette per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
La lite iniziata in strada era proseguita anche all'interno degli uffici, tanto che i poliziotti avevano dovuto frapporsi tra i due, facendone le spese: l'unica soluzione era stata l'arresto; stamattina il giudizio per direttissima.
Durante l'accesa discussione in Questura si era anche fatto luce sui reali motivi che avevano dato il via alla lite della mattina, scaturita, secondo la ricostruzione della Polizia di Stato, da dinamiche legate allo spaccio di stupefacenti.
Secondo quanto appreso, S.L., tunisino del 1972, non aveva più intenzione di vendere cocaina per conto di H.B.C., connazionale del 1986, detto Maradona e già noto alle forze dell'ordine per spaccio: "Bastardo, volevi che io vendessi per te le 10 buste di cocaina che mi hai dato io non voglio più fare il tuo cavallo", sono state le parole dell'uno all'indirizzo dell'altro. Sempre secondo quanto ricostruito, il 32enne non voleva saperne di rinunciare al suo 'cavallo', tanto che in via Finzi avrebbe cercato di accoltellarlo. Ipotesi che troverebbe conferma nel fatto che gli agenti intervenuti hanno effettivamente ritrovato un coltello da cucina occultato sotto un'auto.
L'aggressione in Questura, che è costata ai due l'arresto, è finita con due agenti feriti al pronto soccorso per contusione infraorbitaria destra e trauma contusivo al fianco destro per 4 e 5 giorni di prognosi.