Dopo oltre un anno dall’assunzione di Luigi Merlo nel gruppo MSC, l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha deliberato l'accertamento della violazione dell'art. 53, comma 16 ter del d.lgs. n. 165/2001.
Si tratta della norma di cui già scrisse Gazzetta della Spezia (leggi qui e qui) subito dopo l’affidamento all’ex presidente dell’Autorità Portuale di Genova dell’incarico di direttore dei rapporti istituzionali in Italia del Gruppo MSC, circa il quale fioccarono le segnalazioni all’autorità anticorruzione di Cantone. Detta norma, ovviamente sconosciuta ai non addetti ai lavori, stabilisce che “i dipendenti che, negli ultimi tre anni di servizio, hanno esercitato poteri autoritativi o negoziali per conto delle pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, non possono svolgere, nei tre anni successivi alla cessazione del rapporto di pubblico impiego, attività lavorativa o professionale presso i soggetti privati destinatari dell'attività della pubblica amministrazione svolta attraverso i medesimi poteri”.
Nella dettagliata delibera a firma di Raffaele Cantone si trovano descritti gli interessi di MSC nel porto di Genova in relazione all’attività di Merlo quando ricopriva l’incarico di presidente dell’Autorità Portuale, inoltre viene definitivamente chiarita l’applicabilità della norma al caso in questione nel quale il presidente AP è considerato a tutti gli effetti assimilabile a un dipendente pubblico ed è dotato di poteri autoritativi e negoziali. Per portare avanti l’istruttoria l’authority si è avvalsa anche del supporto della Guardia di Finanza che ha compiuto tutti i rilievi del caso presso l’ente ligure.
Nella delibera si spiega quindi con dovizia di particolari per quali motivi le tesi e i chiarimenti opposti da Merlo e MSC sono stati tutti respinti da ANAC, con notevole disappunto da parte di azienda e dipendente che a caldo hanno annunciato un imminente ricorso al TAR.
L’Autorità spiega anche che, fermi restando i suoi poteri di vigilanza, non viene individuata “l'autorità competente a garantire l'esecuzione delle conseguenze sanzionatorie previste della norma stessa una volta accertata l'effettiva violazione”. Insomma: ho trovato una violazione ma non so chi può sanzionarla, “stranezza” tutta italiana che evidenzia una evidente lacuna regolatoria e un vuoto normativo non banale. ANAC, che ha svolto un lavoro di istruttoria estremamente chiarificante e rigoroso anche sul piano giurisprudenziale, segnalerà opportunamente a Governo e Parlamento tale vuoto normativo che, se non sanato quanto prima o messo in discussione da una pronuncia del TAR che respinga radicalmente le considerazioni di ANAC, potrebbe portare al protrarsi di una situazione di non regolarità.
Resta la domanda su come si comporterà MSC in merito a questa spinosa vicenda che impatta sulle sue attività oltreché sulla propria immagine; per ora il gruppo sembra voler far quadrato intorno al proprio dipendente Merlo.