Non usa mezzi termini il presidente della F.I.D.A Confcommercio Cesare Arioli per denunciare la proliferazione di mini market abusivi in barba alle regole e al decoro urbano: “Abbiamo avuto una moria di punti vendita e di fondi commerciali vuoti che diventano preda di nuove etnie, non intendo razza. Via Garibaldi, nel tratto tra via Roma e Piazza Garibaldi, è una zona in mano ai cingalesi. Dove arriva questo commercio c'è un ribasso della qualità totale, scende anche il valore dei fondi e degli appartamenti limitrofi. Altro grosso problema sono i mini market che proliferano rapidamente senza regole e senza controlli".
"Quelli che lavorano dentro questi mini market sono preda dei loro caporioni che li sfruttano e li manovrano creando una forma di schiavitù strisciante. Vengono stipati in appartamenti dove sopravvivono, iniziano un’attività commerciale aiutati economicamente e li obbligano a comprare dalle loro centrali sparse per l’Italia. Assistiamo al rifornimento di queste attività commerciali in giorni particolari con camioncini promiscui. Queste persone non osservano le regole!”.
Presente alla commissione anche l’assessore al commercio Lorenzo Brogi: “Il tema esposto da Arioli è noto. È ipocrita dire che l’amministrazione da quando si è insediata non ha fatto nulla in questo senso. Per le attività della zona A (la città è divisa in due aree, A e B) ci sono dei requisiti aggiuntivi che limitano l’apertura di nuovi mini market, cosa che manca nella zona B. I proprietari di questi mini market hanno aperto, infatti, per la maggior parte nella zona B. L’amministrazione comunale può semplicemente effettuare un controllo postumo e riusciamo a bloccare le aperture nella zona A. Molte volte non si vede l’operato perché non se ne vede l’effetto. Si è chiesto inoltre di fare controlli congiunti anche con l’ispettorato del lavoro".
"Il nuovo piano del commercio che proporremo a breve prevede l’estensione dei requisiti da A a B, ma il problema non si ferma ai mini market, passa anche ai circoli che provocano il disturbo della quiete pubblica. Di fronte a tutto questo utilizziamo gli strumenti che il legislatore ci dà: interveniamo con norme regolamentari che possono prevedere la sospensione per alcuni periodi di tempo di nuove aperture. Il nuovo piano prevede anche la filiera corta: ovvero la caratterizzazione e valorizzazione dei prodotti in vendita della nostra terra".