“La proposta di rinnovo del contratto per la nostra categoria, avanzata in questi giorni dal Governo è a dir poco vergognosa: in Liguria il COISP è pronto alla paralisi della sicurezza, per cui saranno in molti a farne le spese, se non verrà riconosciuta quella specificità che di diritto ci appartiene, ma di fatto, a causa di una politica incapace, mai riconosciuta”. Inizia così il leader ligure del COISP, sindacato indipendente di Polizia, Matteo Bianchi, in merito alla proposta di rinnovo del contratto avanzata dall’attuale Governo per le “divise italiane”.
“Siamo oggettivamente stanchi dello stato perenne in cui si trova la nostra categoria perché, oltre a non avere una tutela legale per fatti non colpevoli commessi in servizio e la mancanza di copertura sanitaria per infortuni legati all’attività operativa, ci troviamo ora di fronte all’ennesima proposta di rinnovo contrattuale che, con tutto il rispetto, ci pare solo ed esclusivamente una mancia elettorale; mancia che è lontana anni luce dall’effettiva specificità della categoria che ormai vede un contratto di lavoro scaduto da oltre 8 anni e totalmente sproporzionato rispetto alle responsabilità soggettive di ogni singolo operatore orfano, tra le altre cose, di una qualsiasi legge d’ingaggio e di strumenti idonei di intervento per tutta l’attività svolta quotidianamente”.
Ancora Bianchi: “Per tali motivi da oggi, a livello regionale e per rispondere a questa ennesima pugnalata alle spalle da parte di coloro che dovrebbero riconoscere i nostri quotidiani, ma poco mediatici, sacrifici, non concederemo più alcuna deroga contrattuale ai vari uffici territoriali, rispetto alle attività che possiamo svolgere, in favore delle varie esigenze locali. Questo si tradurrà purtroppo in una minore garanzia di sicurezza per i cittadini a meno che l’Amministrazione, nelle varie province liguri, non riesca a trovare qualche organizzazione sindacale che, per propri interessi, sia disposta a concedere ancora deroghe al contratto di lavoro..”
Conclude Bianchi: “ Questa purtroppo, oggi, è l’unica arma “spuntata” che abbiamo rispetto ad un’indizione di uno sciopero che, per legge, non possiamo indire. Infatti la Polizia di Stato, nonostante non sia un corpo militare dello Stato, non ha diritto a scioperare alla stregua di altre categorie; per tali motivi molte volte le nostre rivendicazioni non hanno la stessa risonanza mediatica anche se ormai appare evidente che la Politica nazionale molto spesso non vuole riconosce quella specificità rispetto ad altre categoria che godono di maggiori diritti. Con le donne e gli uomini della Polizia è molto semplice fare la voce grossa, imponendo loro adeguamenti stipendiali non confacenti alle funzioni che quotidianamente vengono svolte e questo, i cittadini, è giusto che finalmente lo vengano a sapere!”