Altro che tutela dei lavoratori. La sospensione delle procedure di licenziamento di 75 lavoratori del terzo lotto della Variante Aurelia – annunciata inaspettatamente lunedì da Toto Costruzioni – nasconderebbe in realtà ben altre motivazioni, almeno secondo le informazioni in possesso dei sindacati.
“L’azienda ritiene che non possano essere i 75 lavoratori a pagare lo stallo del progetto e pertanto, seppur ancora impossibilitata ad usufruire di qualsiasi forma di ammortizzatore sociale, ha deciso di farsi carico del problema delle maestranze”. Così ha scritto l’impresa di Chieti due giorni fa.
Ma la giravolta dell’ultimo minuto, con cui Toto sembrava aver inspiegabilmente fatto marcia indietro rispetto a qualche giorno prima esclusivamente per salvare 75 posti di lavoro (proprio come un buon padre di famiglia), ieri sera è stata smontata pezzo a pezzo dalle organizzazioni sindacali, convocate urgentemente a palazzo civico, nella commissione lavori pubblici presieduta da Maria Grazia Frijia.
Dopo quasi un anno di blocco del cantiere (quando a marzo 2017 l’azienda assicurava che i lavori sarebbero ripartiti nel giro di un mese), Toto Costruzioni ha già anticipato circa 1 milione 200mila euro a copertura degli oneri della cassa integrazione ordinaria dei lavoratori, come specificato dalla stessa azienda lunedì.
Stando a quanto trapela, però, le domande relative alla cassa integrazione presentate da Toto avrebbero fatto storcere il naso all’Inps, che ne avrebbe evidenziato la lacunosità e le grossolane imprecisioni. Ma soprattutto – fanno notare i sindacati – l’azienda avrebbe annunciato la procedura di mobilità nei confronti dei 75 lavoratori quando ancora era in vigore la cassa integrazione ordinaria (CIGO): fatto che viola il principio stesso alla base della CIGO (che è finalizzata a una ripresa del lavoro, non al licenziamento), e che avrebbe significato una sicura (e sonora) bocciatura da parte dell’Inps di tutta la partita dei finanziamenti della cassa integrazione.
Così, resasi conto dell’errore marchiano, Toto Costruzioni due giorni fa sarebbe tornata sui suoi passi in fretta e furia, revocando i licenziamenti appena annunciati e diffondendo un comunicato stampa in cui indorava – e non poco – la pillola. Un quadro a metà tra il comico e il tragico, per come lo hanno dipinto ieri sera le organizzazioni sindacali.
“Toto, a cassa integrazione ancora aperta, ha annunciato il licenziamento dei lavoratori – ha spiegato ieri sera Fabrizio Tassara di Feneal Uil – mettendo su un piatto d’argento all’Inps il motivo per cui bocciare la richiesta di cassa integrazione: la cassa integrazione ordinaria infatti ha il fine della ripresa del lavoro, altrimenti viene automaticamente cassata”.
Ora il margine di tempo a disposizione per trovare una soluzione e riaprire il cantiere arriva fino al 28 febbraio, come ha comunicato l’azienda: soltanto una manciata di giorni per sperare che Toto e Anas arrivino a un compromesso, soprattutto sul lato economico della variante presentata dall’azienda.
“Vogliamo un incontro con Anas e Toto – ha scandito in commissione Mario Benvenuto di Filca Cisl – Devono chiudersi in una stanza, si devono scornare: poi ci sarà uno che vince e uno che perde, ma se pareggiano è meglio. Poi ricominceremo a lavorare, altrimenti sarebbe un fallimento, anche della politica”.
Dei tanti problemi tecnici che avevano portato al blocco del cantiere del terzo lotto, oggi l’unico scoglio rimanente sarebbe costituito dalla frana di Carozzo: “Se di tanti problemi ne è rimasto uno solo – ha aggiunto Gianni Carassale di Fillea Cgil – non riusciamo a capire perché non si riesca a risolvere. Ci dicono che la frana è un problema che compete all’amministrazione comunale, anche abbastanza vecchio”.
La vicenda, intanto, verrà inserita prioritariamente come argomento di discussione nel primo consiglio comunale utile.
Mentre sullo sfondo resta un timore che pesa come un macigno sul futuro dei lavoratori, come ha avvertito ieri sera Tassara: “Probabilmente Toto Costruzioni sta cercando di far arrivare a un punto morto la partita, per andarsene con le tasche piene”.