Da quanto si legge in questi giorni sulla stampa, si sta diffondendo l’idea e la convinzione che la notte non vi sia assistenza nei reparti ospedalieri e che il personale infermieristico non svolga appieno il proprio
mandato.
Se episodi negativi perpetrati da singoli operatori ci sono stati, saranno accertati dagli organi competenti, ma alla cittadinanza deve essere chiara una cosa: gli infermieri svolgono il loro mandato di assistenza con estrema attenzione e professionalità di giorno come di notte; “la buona e corretta pratica professionale è certamente più diffusa” (Collegio Ipasvi La Spezia )
Tuttavia è una organizzazione del lavoro di vecchia concezione, imposta dalla dirigenza dell’ASL, che prevede per la notte una quantità di personale molto minore rispetto a quella presente nei turni diurni, a
far sì che durante le ore notturne vi sia una difficoltà a garantire una assistenza di qualità.
Una concezione organizzativa vecchia, dicevamo, che ancora crede che di notte ci si limiti esclusivamente ad un lavoro di attesa e sorveglianza.
Niente di più sbagliato.
Oggi, di notte, nella maggior parte dei reparti, il livello dell’assistenza da prestare è pressoché uguale a quello della mattina e del pomeriggio, solo che deve essere svolto con un numero inferiore di infermieri e in molti reparti, nella totale assenza di personale OSS di supporto.
I pazienti gravi della mattina o del pomeriggio, sono gravi anche di notte.
Le esigenze assistenziali di questi pazienti non cambiano, non migliorano, anzi spesso nella notte peggiorano.
E se durante il giorno il rapporto operatori (infermieri e OSS) è di 3/4 ogni 10 pazienti, di notte il rapporto si riduce ad un solo infermiere ogni 10 pazienti, e spessissimo nessun OSS.
In queste condizioni, un’urgenza, un dolore toracico, una caduta, un disorientamento, i disturbi del sonno di un paziente, il dover prestare assistenza a pazienti in condizioni molto gravi (di notte avviene anche la maggior parte dei decessi...) fa si che sia estremamente difficile garantire le prestazioni non urgenti.
Se poi si pensa che durante la notte, l’organizzazione imposta dall’azienda, prevede per i pochi infermieri in servizio anche l’effettuazione di attività di tipo organizzativo come il controllo dei farmaci o quello della documentazione clinica, è evidente quale possa essere il carico di lavoro sul personale infermieristico.
L’assistenza notturna è faticosa e impegnativa ed è evidente che sia necessario da parte della ASL un impegno per la modifica degli assetti organizzativi e di aumento del personale nei turni notturni;
Cose queste più volte richiesta dal sindacato infermieristico ma ad oggi completamente disattese.
IL SEGRETARIO TERRITORIALE NURSIND LA SPEZIA
Assunta Chiocca