Dopo la chiusura dell’operazione “clean garden”, che ha visto l’arresto dei responsabili dello spaccio nei giardini del centro della Spezia, i Carabinieri del Nucleo Operativo della locale Compagnia hanno esplorato i possibili canali di rifornimento che permettevano allo stupefacente di arrivare sulle “piazze” di spaccio cittadine. L’attenzione degli investigatori si è appuntata su un cittadino albanese, già espulso dall’Italia in passato e rientrato grazie all’annullamento del provvedimento di espulsione a seguito di ricorso. In particolare, i militari hanno accertato che l’uomo, Q.K., un 38enne residente nel quartiere Favaro, a bordo di uno scooter compiva continui viaggi verso la zona collinare della Pieve. Dopo averlo pedinato in più occasioni e osservato a distanza, i Carabinieri hanno individuato la zona boschiva adiacente una villa in cui l’uomo ed un altro italiano, D.L., un 29enne incensurato residente alla Spezia, si appartavano per recuperare la droga. Ingegnoso è risultato il modo di occultare lo stupefacente: un bidone di quelli utilizzati per la raccolta delle olive interrato fino al bordo; per recuperare la marjuana, bastava chinarsi, smuovere quel poco di terra che copriva il tappo e prelevare lo stupefacente dall’improvvisato pozzetto. La droga era già suddivisa in sacchetti sottovuoto da circa un kg ciascuno. Nel bidone era custodito anche un bilancino, evidentemente utilizzato per preparare i carichi. A casa dell’italiano sono stati trovati circa cento grammi della stessa sostanza, custoditi in una busta. Oltre ai dodici chili di stupefacente, gli investigatori hanno sequestrato anche 1300 euro, ritenuti il possibile provento del traffico illecito. Per i due uomini si sono aperte le porte del carcere spezzino. I Carabinieri stanno ora cercando collegamenti per avere ulteriori conferme della destinazione finale al dettaglio dell’ingente carico sequestrato.