In questa lettera aperta la Comunità traccia il bilancio di quello che ritiene essere stato il mandato dell'Ammiraglio.
Cambio della guardia ai vertici del Parco Nazionale delle Cinque Terre, quindi momento di bilanci su ciò che è stato fatto e su ciò che poteva essere fatto, i risultati della Presidenza dell’Ammiraglio in pensione Vittorio Alessandro per noi della Comunità Marinara delle Cinqueterre sono estremamente negativi. Non siamo preparati sul piano della retorica e delle dotte parole, andiamo al sodo:
L’ex presidente sostiene che sotto la sua gestione si sono realizzate le condizioni che hanno permesso:
- Il risanamento del bilancio dell’ente Parco: verissimo, vorremo vedere se così non fosse visti gli enormi introiti economici registrati in questi anni, che ci aspettiamo in spettacolare incremento per il 2017, contestualmente auspichiamo (finalmente) l'emissione solo online delle Card, per decongestionare gli uffici nelle stazioni (in seguito passeremo ad analizzare il prezzo che questo risanamento ha prodotto in termini di territorio, di qualità della vita dei suoi residenti delle tradizioni e culture locali, che vanno via via perdendosi);
- Il mantenimento del posto di lavoro ai dipendenti delle Cooperative: verissimo, ma ricordiamo ed evidenziamo che i 150 dipendenti delle stesse sono (quanti abitano o sono originari delle Cinqueterre?) seppur sommati ai dipendenti delle varie attività commerciali dell’intero territorio, di gran lunga inferiori rispetto ai microimprenditori locali e ancora di più sono inferiori rispetto ai residenti che non traggono nessun profitto da questa politica territoriale miope portata avanti in questi anni dal Parco Nazionale delle 5 Terre a totale discapito della qualità di vita dei residenti, del fragile territorio mare compreso e delle sue centenarie tradizioni e culture;
- la nascita di libere associazioni e maggior democrazia: verissimo, ma anche in questo caso si può eccepire che a poco servono le associazioni (specie quelle più scomode seppur propositive e collaborative) se poi costantemente non si tiene di conto per mero ego personale di quanto queste associazioni propongono. A solo titolo di esempio, basti citare la scrivente Comunità Marina delle Cinqueterre, la STL mai messa veramente in grado di lavorare e di allargarsi ad altre realtà territoriali nonostante le (vane) e numerose promesse fatte, alla imposizione del nuovo regolamento AMP fatto confezionato e approvato nell’anno 2015 in preliminare assenza di dialogo con le varie associazioni territoriali, quanto meno per dare allo stesso regolamento una parvenza di condivisione, salvo organizzare dopo la data di emissione inutili incontri, durante i quali sono state avanzate proposte di modifica peraltro ancora in attesa di risposte. Un grande numero di associazioni (che nasce anche da un gran disagio e preoccupazione per il futuro) non significa automaticamente democrazia, la democrazia per noi richiede l’umiltà dell’ascolto e della condivisione.
Al contrario noi imputiamo al Parco le seguenti gravi mancanze:
- non aver tenuto di conto che le Cinqueterre con tutti i loro annessi e connessi esistevano già da secoli (prima dei comuni, prima della regione e prima della calata del Parco);
- aver reclamizzato (cosa giusta) nel mondo intero il nostro territorio senza aver studiato preventivamente adeguate forme di contenimento del fenomeno del turismo mordi e fuggi che erano facilmente preventivabili (le avvisaglie c’erano eccome se c’erano);
- di aver esclusivamente pensato al ritorno economico, con la scusante che questo “ritorno economico” avrebbe permesso ai comuni di poter risolvere alcuni loro problemi legati all’erogazione di alcuni servizi o alla realizzazione di alcune opere. In questo caso dobbiamo purtroppo e ci spiace veramente, dire in modo forte e chiaro ai nostri sindaci che dall’esterno il loro comportamento nei confronti del Parco è sembrato più volte subordinato. Riteniamo sbagliato simile comportamento in quanto i sindaci sono gli unici veri rappresenti del territorio e quindi dovrebbero muoversi perché ad essi e conseguentemente al territorio, venga restituito almeno in parte ciò che il territorio stesso produce;
- di aver contribuito alla svendita per quattro
palanche del territorio a Trenitalia (in gran segreto, prima con la giunta Burlando e poi con la giunta Toti), alla compagnia dei Battellieri, all’ATC, senza aver previsto un congruo ritorno economico da destinarsi a progetti relativi sia alla messa in sicurezza del territorio, anche sul mare, sia alla realizzazione di opere pubbliche, vista la cronica carenza di fondi dei nostri comuni;
- di aver fatto pochissimo per il contenimento del problema legato ai cinghiali (basta chiedere agli agricoltori), di avere fatto pochissimo per la coltivazione della vite (a parte realizzare qualche muretto a secco e alla distribuzione di barbatelle di vite e qualche palo, il minimo sindacale), si poteva e si doveva fare e dare di più;
- poco, pochissimo è stato fatto concretamente per la messa in sicurezza del territorio, nulla è stato fatto per la via dell’Amore definita a suo tempo dal Presidente uscente “Ciliegina sulla torta”; poco pochissimo è stato fatto per il sentiero Azzurro nel suo complesso, pochissimo è stato fatto per mantenere in ordine tutti gli altri sentieri sovrautilizzati e quindi degradati e consunti dal continuo transito di turisti giustamente invogliati a percorrerli anche per opera dalla massiccia pubblicità mondiale non adeguatamente mirata realizzata dal Parco;
- niente di concreto è stato fatto per il mare e per la qualità delle sue acque, fatto salvo l’impianto di Corniglia realizzato peraltro in partita di giro con fondi provenienti dal Ministero, comunque soggetto a rotture e che visto trattavisi di nuova realizzazione poteva essere realizzato con sistemi più efficaci.
- Abbiamo sentito e letto spesso il presidente sulla CETS (Carta Europea del Turismo Sostenibile nella Aree Protette); incuriositi abbiamo letto il documento e non ci siamo ritrovati su quasi tutti i punti. Per questo solo un esempio: la carta prevede per i gruppi in aree protette il numero di 12-15 persone, ed allora, di cosa abbiamo letto e sentito parlare?
Esiste poi anche tutta una parte derivante dalla responsabilità morale dell’ente nell’aver taciuto o nel non essersi speso abbastanza per situazioni di estremo degrado come ad esempio l’ex area del Villaggio Europa di Corniglia, dell’abbandono di spiagge e relative infrastrutture di Corniglia e Guvano, dall’aver taciuto sulle enormi responsabilità in materia di raccolta rifiuti e trattamento acque che fanno capo all’ACAM.
Potremmo proseguire ma riteniamo opportuno fermarci qui, rimane il grande rammarico che negli anni della sua presidenza Lei non abbia saputo cogliere l’enorme opportunità che tantissima parte di popolazione di questo territorio le stava seriamente offrendo per provare a ridisegnare il territorio stesso.
Una massima recita “nella vita solo due cose non tornano indietro, le frecce e le occasioni perdute”, dispiace ma per noi Lei rappresenta un’occasione persa e poco ci consola per quel che poco che conta, constatare che nel suo post di commiato postato su fb solo poche pochissime persone delle Cinqueterre abbiano sentito il bisogno di salutarla. Questo particolare la dovrebbe far riflettere.......
Au revoir monsieur Présidente
Comunità Marinara delle Cinqueterre