“Un fungo atomico, l’invasione degli alieni, la nuvola a ventaglio”. Anche l’Arpal utilizza una buone dose d’ironia per cercare di dare una spiegazione al fenomeno meteorologico che ieri ha interessato la riviera di Levante (soprattutto il tratto di mare antistante), e in parte anche La Spezia.
Molti gli obiettivi puntati all’insù, nel tardo pomeriggio di ieri, per catturare lo spettacolo affascinante della tempesta di fulmini che ha ricoperto il Golfo. Per fortuna non accompagnati da pioggia intensa.
Ma cosa è successo? L’Arpal ha la risposta pronta: “La forma, osservata da tutta la costa ligure, ricorda quella di una supercella, ossia la nuvola temporalesca più potente; e anche la durata del fenomeno, che si è sviluppato indicativamente dalle 17 alle 22, è compatibile con tale struttura”.
Ma il fenomeno di ieri è stato caratterizzato da alcune differenze: “Sembrano esser mancati – continua l’Arpal – alcuni ingredienti indispensabili per classificarla al 100% come tale: la rotazione dei venti al suo interno (il cosiddetto mesociclone), la dimensione “contenuta” ad alcuni kmq (più simili a un “embrione” di supercella), l’overshooting top molto limitato (è il risultato della forte corrente ascensionale, il cuore della supercella, la cui spinta è capace di sfondare la barriera della troposfera, ieri intorno agli 8 km di altezza), il calo di pressione al suolo molto limitato (iniziato già in mattinata), l’eco a uncino del radar solo abbozzato (la forma tipica dovuta alla rotazione interna dei venti). Sembra quasi che le condizioni atmosferiche al contorno abbiano “acceso” la struttura, ma poi non le abbiano permesso di compiere la maturazione a vera e propria supercella”.
Sestri Levante la zona più colpita: “La centralina “più colpita” è stata a Sestri Levante, il luogo dove si sono avute le precipitazioni più intense lungo la costa, anche sotto forma di grandine. Ma sono stati misurati appena 5,2 mm fra le 18.25 e le 18.40; il conteggio dei fulmini è stato di circa 1500 (fonte lighting maps)”.
Il fenomeno non era previsto, ma Arpal ci tiene a tranquillizzare, visto che non poteva avere conseguenze gravi: “Per quanto sia sembrato imponente e affascinante agli occhi degli osservatori, si è trattato di un evento meteorologico “piccolo”, non previsto da nessun tipo di modello, frutto di quella instabilità segnalata nel bollettino di ieri. Le immagini da satellite, sia nel campo del visibile, sia nell’infrarosso, mostrano il cielo quasi completamente sereno sul restante territorio regionale. Anche le immagini radar fotografano le precipitazioni solo in quella piccola porzione del Levante regionale interessato dalla struttura, tenuta sul mare dai prevalenti venti in direzione sud-est”.
Una buona occasione, però, per ribadire lo stato dell’arte delle previsioni meteorologiche, a scanso di equivoci: “I temporali sono fenomeni piccoli, impossibili da prevedere con il dettaglio che tutti vorremmo – conclude Arpal – possiamo solo indicare la probabilità di accadimento di fenomeni più o meno intensi, sulla base di indici temporaleschi e delle valutazioni effettuate dai previsori su tutta la colonna d’aria. Il massimo grado di allerta per temporali - in Liguria e in quasi tutto il resto di Italia - è l’arancione, anche se gli effetti dei temporali più intensi possono arrivare all’alluvione. Quando le previsioni indicano alta probabilità di temporali forti, organizzati e persistenti, Arpal emana l’allerta arancione per temporali e bisogna prestare la massima attenzione, perché il rischio corso dalla singola persona non è molto diverso da quello di un’allerta rossa. Che - invece - si utilizza per segnalare gli effetti di fenomeni meteo più estesi, capaci di interessare vaste porzioni di territorio regionale, e non soltanto pochi chilometri quadrati. Quelli potenzialmente interessati dagli effetti (anche devastanti) di una singola supercella”.
(Foto tratte da arpal.gov.it)