A 29 anni è arrivato lo stop alla carriera per Andrea Catellani, indimenticato numero 10 aquilotto, esploso con Bjelica in panchina con 18 gol in una stagione e capocannoniere della B con la maglia dello Spezia di alcuni campionati fa.
Era tornato a Spezia lo scorso gennaio dal Carpi, prima di finire all'Entella come gentile omaggio del patron Volpi al suo collega chiavarese Gozzi, complici voci (poi rivelatesi infondate) di problema del Cate nello spogliatoio. Il giocatore lo scorso 14 luglio non ha superato la visita medica per una rara forma di aritmia cardiaca.
Due settimane di ansia, di verifiche dopo il primo test ad Albaro sul cicloergometro, prima a Lavagna presso il Centro Aritmologico del prof. Michele Brignole, subito dopo la diagnosi confermata a Roma dal Centro Coni di Medicina dello Sport e Rieducazione Funzionale diretto dal prof. Paolo Zeppilli, lo stesso che ha visitato il doriano Shick. Nella sede chiavarese di Why Lab il saluto del giocatore, presenti il Dg Matteo Matteazzi, il Ds Matteo Superbi e i responsabili sanitari del club biancoazzurro Riccardo Saporiti e Roberto Galli.
" Prima di tutto - ha premesso Matteazzi - un ringraziamento ai media per il rispetto della riservatezza tenuto in queste due settimane su un tema così delicato. Due settimane sono poche per metabolizzare una realtà del genere, tenuto conto che per noi era uno dei pilastri tecnici della nuova stagione. Perdiamo Andrea per il calcio giocato, ma dopo aver parlato con Gozzi e Superbi posso dire che Catellani entrerà nello staff dell' Entella, che investe molto in formazione e ricerca, come osservatore e consulente".
Al dottor Galli il compito di delineare il quadro clinico: "Nel cicloergometro evidenziata un'aritmia mai rilevata prima: blocco atrioventricolare da sforzo, piuttosto raro a quest'età, una patologia che non si manifesta a riposo ma a seguito di sforzi intensi .Andrea può continuare la sua vita normale, ma la patologia diagnosticata è irreversibile, non ci sono purtroppo opzioni terapeutiche".
Il primo pensiero del giocatore va dritto al cuore: "Prima di tutto voglio ringraziare mia moglie, da 17 anni al mio fianco mi ha fatto capire le cose importanti, poi la famiglia che ho scoperto di avere qui, dal presidente Gozzi (fuori Italia per lavoro, gli ha scritto una lettera scaricabile dal sito dell'Entella) che mi ha dimostrato di tenere a me come persona, i direttori oggi qui sono stati degli amici perché hanno vissuto la mia battaglia al mio fianco, poi i due dottori Roberto e Riccardo due amici, la mia battaglia la loro battaglia, ho capito che stavano aiutando l'uomo non il numero 10.
Nella vita ho sempre cercato di trasmettere valori fuori dal calcio, e ora li sto ritrovando tutti, ringrazio anche i giornalisti per il rispetto alla mia persona.
Ora si volta pagina, ho la fortuna di poter lavorare per una grande società, sono sereno perché sapevo che prima o poi il pallone si sarebbe sgonfiato, ma sono fiducioso e entusiasta del prossimo futuro".
