"Apprendo dalla stampa che il dipartimento II Opere pubbliche del Comune della Spezia Claudio Canneti e il dirigente del verde pubblico Gianluca Rinaldi, “dal momento che su media, social network e in comunicazioni via mail, sono state riportate informazioni e dichiarazioni non corrispondenti alla realtà dei fatti che ledono gravemente l’immagine non solo dell’Amministrazione Comunale ma, soprattutto, quella di dirigenti, funzionari e tecnici comunque coinvolti nell’attività di recupero e restauro della scalinata Cernaia….hanno preannunciato la decisione di affidare all’avvocatura civica tutte le azioni legali necessarie a salvaguardare la propria immagine, quella dell’Ente e la dignità professionale propria e dei collaboratori.”
Essendo io uno degli autori di molti articoli inviati alla stampa, mi sento chiamato in causa e quindi in dovere di fornire per l’ennesima volta alcune precisazioni. Premesso che credo dovrebbero essere i politici di turno, gli assessori dunque, a dare mandato all’avvocatura civica per tutte le azioni legali necessarie a salvaguardare l’immagine dell’Ente e non i tecnici che al limite se si ritengono lesi dovrebbero ricorrere a loro avvocati personali, in quanto quelli dell’avvocatura civica li paghiamo noi cittadini.
- Che in ben due commissioni consiliari il sottoscritto (quale portavoce del tavolo del verde) ha chiesto che venissero esibiti documenti importanti ed esattamente : la presa visione (ovvero una firma) da parte del perito forestale incaricato dal Comune Dot. Luigi Sani del progetto esecutivo della riqualificazione della scalinata. Sani infatti si sarebbe dovuto esprimere circa la compatibilità dello stesso con la sopravvivenza delle piante PRIMA DELL’INIZIO DELLA ESECUZIONE DEI LAVORI. Esiste infatti un incarico dato al Dott.Sani a firma del Dott. Canneti in data 29 Settembre 2016 con determina dirigenziale N°5279 in cui viene chiesto proprio quest. Peccato che tale progetto non risulta mai essere stato presentato al perito incaricato come confermato dallo stesso Dott. Sani in una intervista a mezzo stampa. Risulta quindi evidente, anche ai non edotti che il Dottor Canneti ha conferito un incarico (peraltro pagato) che non poteva essere svolto.
- Sempre in tale commissione (esistono i verbali) il sottoscritto chiedeva se era possibile, visto che Sani non lo aveva visto, visionare almeno noi il progetto variato : in altre parole un progetto nel quale i tubi non dovessero passare esattamente sopra le radici degli alberi, come concordato e messo a verbale negli incontri che l’amministrazione ha avuto con il Comitato Cernaia, magari anche con una relativa approvazione da parte della Soprintendenza (dato che sulla scalinata e i suoi alberi esiste un vincolo di interesse storico – culturale). La risposta anche in questo senso è stata fumosa, vaga, incomprensibile e soprattutto non suffragata da nessun pezzo di carta , neppure lacero e consunto.
- Noto inoltre che tra i documenti citati dal Dottor.Canneti manca la famosa perizia sempre del Dott.Sani del Dicembre 2016. Come mai? Forse perché in tale perizia ….Sani citava “che gli scavi realizzati per modalità di esecuzione, profondità di realizzazione e vicinanza alle piante presenti, stanno determinando sui due alberi sino ad oggi coinvolti (quelli che infatti poi sono stati abbattuti), lesioni e danni radicali tali da non permettere alcuna garanzia sulla loro conservazione” Quella ai tecnici del Comune che vogliono denunciarci tutti guarda caso è sfuggita".
