Al termine, la premiazione degli studenti vincitori del concorso dedicato alla persecuzione nazista
«Vigiliamo perché il perdurare di una crisi economica senza precedenti non concorra ad alimentare ostilità e paure, costituendo una falsa motivazione al radicalizzarsi delle posizioni a difesa di malintese identità, o concreti privilegi. Non trascuriamo i più piccoli segnali di insofferenza di una società che la globalizzazione ha reso multietnica e la crisi ogni giorno più povera. Guardiamoci da ogni atteggiamento di velata sopportazione per quanto si discosta dai ristretti ambiti della nostra consuetudine. È questo il germe subdolo della discriminazione nei confronti della quale dobbiamo mostrare tutto il nostro sdegno».
Con questo appello il presidente dell'Assemblea legislativa Rosario Monteleone ha aperto questa mattina la seduta solenne del consiglio regionale dedicata alla celebrazione annuale de "Il Giorno della Memoria".
«Il lager è stato molte moltissime cose ma soprattutto - ha concluso il presidente - è stato la morte dello spirito. Nel lager non esiste trascendenza spirituale o culturale, il lager è il regno incontrastato dell'immediatezza, sovranità brutale dell'impulso elementare, nella fame, nella reazione fisica del corpo alla tortura, nella promiscuità e nel dolore delle percosse».
Dopo l'intervento del presidente ha preso la parola Piero Terracina, sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz, dove fu deportato per le sue origini ebraiche. «La celebrazione del Giorno della memoria avrà un significato tanto più forte nella coscienza civile quanto più riuscirà a richiamare l'attenzione e a sollecitare la riflessione sui meccanismi che hanno reso possibili i campi di sterminio. Le aberrazioni di cui sono stato testimone e vittima si sono potute verificare ad opera di persone normali quali erano i carnefici esecutori dell'orrore, spesso persone colte e intelligenti, che non appartenevano a un popolo barbaro, non erano affamati, non erano inferociti da mortificanti condizioni di vita». Terracina ha salutato, quindi, i gli studenti in aula, che parteciperanno fra breve al viaggio al campo di sterminio polacco, che è stato organizzato dall'Assemblea legislativa: «Voi andrete a visitare l'inferno, ma ora non ci sono più i dannati: quelli eravamo noi. E quando tornerete sarete più consapevoli e racconterete ai vostri coetanei, perché è importante che altri giovani sappiano quello che avete visto».
Ricordando l'orrore di cui è stato testimone, Terracina ha quindi invitato i presenti a chiedersi come mai chi sapeva sia rimasto indifferente di fronte ad una simile barbarie e lanciato un messaggio di speranza ricordando anche «coloro che si sono rifiutati di partecipare al delitto». Personaggi eccezionali, alcuni passati alla storia, ma anche tante persone comuni che nascosero gli ebrei, evitando loro la deportazione. «Se circa l'ottanta per cento degli ebrei italiani si è salvato, si deve a un non ebreo che ci ha aiutato. Noi ebrei questi eroi li chiamiamo giusti – ha concluso – perché, è detto nella tradizione ebraica, chi salva una vita salva il mondo».
Nella seconda parte della cerimonia sono stati premiati gli studenti autori degli elaborati che hanno vinto la sesta edizione del concorso "27 gennaio: giorno per la memoria" sulla persecuzione razziale e politica durante il nazifascismo, finanziato attraverso la legge 9 del 16 aprile 2004 del consiglio regionale e indirizzato agli studenti di scuola media superiore della Liguria. (elenco nel file allegato)
I vincitori saranno accompagnati nel mese di febbraio ad Auschwitz. Alla manifestazione hanno partecipato le massime autorità civili, militari e religiose.
(24 gennaio)