Fu infatti vicesindaco nella giunta di Pietro Arnaldo Terzi che respinse insieme al popolo e alle forze dell'ordine, l'aggressione squadrista del 21 luglio 1921 e fu poi, riconquistata la libertà vicesindaco nelle prime giunte democratiche del dopoguerra. Con lui saranno ricordate le origini del socialismo a Sarzana, quando nei primissimi anni del 1900 scendevano in politica per l'affermazione dei diritti dei lavoratori personaggi come Sabbadini e Terzi, ma anche come Alfredo Poggi, avvocato e professore universitario che sarà nel 1959 il primo membro laico socialista dell'appena costituito Consiglio Superiore della Magistratura, oppure, come Emilio Zappa, che pur fisicamente inerme, non fu secondo a nessuno nella sua capacità di organizzare l'opposizione contro il nascente fascismo. Bastonati e incarcerati più volte, quegli uomini seppero tenere la testa alta e rispondere colpo su colpo alla violenza delle camicie nere, fino alla instaurazione del totalitarismo fascista, quando molti di loro, e fra essi Sabbadini dovettero fuggire all'estero, mentre Poggi e Terzi finivano in campo di concentramento dove l'ex sindaco conobbe la morte.
Una luminosa pagina di storia della nostra città e della valle del Magra, poco conosciuta, quando i socialisti, attraverso l'Avanti – di cui proprio Intini ha di recente scritto la storia, identificandola con la storia stessa del partito socialista – cercarono di cambiare il mondo, riuscendo almeno in parte, a cambiare le condizioni dei lavoratori, delle donne, dei più deboli.