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Il titolo onorifico giapponese di “Shihan” conferito allo spezzino Pier Paolo Balzi In evidenza

di Francesco Vito Ciaravino - La nostra intervista al Maestro.

Dopo oltre 46 anni di pratica nel mondo dell’Aikido, e più di 15 anni di insegnamento presso il Funakoshi Club della Spezia, l’Hombu Dojo (la sede centrale dell’Aikido mondiale, a Tokyo) ha insignito l’artista marziale (oggi 6° dan), con una prestigiosa onorificenza riservata solo ai maestri più esperti.

Il mondo dell’Aikido (letteralmente la Via per raggiungere l’unione con l’energia che permea l’Universo) è particolarmente affascinante per la sua matrice orientale rimasta immutata dalla sua creazione ad opera di Morihei Ueshiba, fino alla sua diffusione in tutto il mondo. Nel 1967, un suo diretto allievo, Hiroshi Tada, si è prodigato per portare in Italia l’eredità del maestro, fondando, tre anni dopo, l’Aikikai d’Italia.

“L’Aikido non è finalizzato alla gara o alla competizione, come altre arti marziali certamente più note, ma pone il suo fulcro nel miglioramento della condizione umana. Indubbiamente al suo interno sono presenti tecniche che prevedono proiezioni, bloccaggi, leve, ecc. che possono essere impiegate nell’ambito dell’autodifesa, ma l’aspetto principale è quello di aiutare le persone a vivere nel momento presente, attraverso esercizi di meditazione e respirazione. La sua pratica stessa è definita Zen in movimento. L’uomo è sempre rapito dal rimuginio sul passato e tende, inoltre, a proiettare la propria felicità nel futuro. La nostra arte marziale propone di creare quella sorta di vuoto mentale, atto a farci vivere il momento presente, ovvero nel Qui e Ora. Proprio a questo scopo, recentemente, abbiamo anche instituito all’interno della nostra palestra un corso che percorre questi esercizi meditativi, chiamato No-mente training”.

Il maestro Balzi si dice grato per aver avuto l’opportunità di praticare coi pionieri dell’Aikido: Fujimoto, Osokawa, Kuriara e il già citato Tada. “Grazie ai loro insegnamenti” – attesta – “molti di noi hanno avuto l’onore di toccare con mano l’essenza di quest’arte marziale, e di trasmetterla poi alle generazioni future”.

Chiedendogli a chi consiglierebbe di praticare, risponde: “In questo periodo storico, dove siamo avvolti dalla corrente dell’ambizione dell’essere, dell’apparire, dell’esaltazione dell’ego, l’Aikido è consigliabile soprattutto ai ragazzi, affinché questi imparino a vivere già da giovanissimi l’unione con sé stessi e col mondo senza contrapporvisi. Consiglio la pratica, ovviamente, anche agli adulti (non c’è un limite di età per iniziare!) che vogliono affinare e cogliere la propria dimensione umana, in una società sempre più veloce e meccanica. Insomma consiglio a tutti di venirci a trovare sul tatami!”

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