Da lunedì 23 settembre, ben 17 riders spezzini di Just Eat sono stati spostati dall’azienda in un nuovo starting point presso Piazza Beverini. Nella conferenza che ha avuto luogo questa mattina presso la Casa Riders, sono emersi non solo dubbi riguardo questa recente disposizione, ma veri e propri sfoghi da parte dei lavoratori che hanno voluto esporre, a piena voce, tutte le criticità e le ingiustizie a cui continuamente vanno incontro nel corso dei loro turni.
Pierpaolo Ritrovati (responsabile Riders spezzini per la Filt Cgil) ha raccontato l’origine della decisione presa da parte dell’azienda: “Ci è stato intimato, attraverso una mail, di trasferirci in Piazza Beverini. Così invece di partire da Casa Riders, siamo costretti a partire da un luogo aperto ed esposto a qualsivoglia intemperia, e soprattutto privo di servizi igienici per i lavoratori”, già perché, come spiega lui stesso, la mancanza dei servizi igienici viene sopperita dalla cordialità dei vicini locali. Oltre a questo, la compresenza di un numero così elevato di riders, accompagnati dai rispettivi mezzi di locomozione, in uno spazio simile, creerebbe non poche problematiche di ostruzione al passaggio per eventuali mezzi di soccorso. Inoltre, si apprende della scarsa empatia da parte dell’azienda, verso tutti quei suoi dipendenti che, vuoi per motivi di traffico o di qualsiasi altra banale natura, giungendo in esiguo ritardo presso la piazza, si vedono tolta la possibilità di effettuare regolarmente il turno, perdendo un giorno di lavoro (in barba ad accordi sindacali presi riguardo una tolleranza in questo senso).
“Abbiamo richiesto un incontro con l’azienda, ma questa non ci ha ancora convocato. Tale spostamento risulta illogico. Questo ci pare essere non altro che un pretesto per rivalersi dei tre giorni di sciopero che abbiamo fatto a giugno per il protocollo meteo” - durante l’ultima allerta arancione, uno dei riders costretto a lavorare, è caduto rovinosamente, procurandosi una frattura - “non escludiamo di proclamare un nuovo sciopero contro questo provvedimento iniquo che ci costringe a una condizione lavorativa precaria e insicura. Se l’azienda pretende il cambiamento dello starting point, è necessario che garantisca una sistemazione al chiuso”, ha affermato Stefano Bettalli (Segretario provinciale della Filt Cgil).
“Tale azione da parte dell’azienda prevarica i ragazzi. Casa Riders è un presidio di civiltà e sicurezza. Il settore del food-delivery, muove sempre più l’economia della ristorazione, e sempre più costruisce la sua solidità in questo senso”, ha concluso Luca Comiti, segretario della Cgil spezzina.
Sono queste le condizioni e le avversità che si trovano ad affrontare tanti giovani (e non) che lavorano in questo settore, e che non vediamo. È ora che anche a loro sia riconosciuta una concreta dignità e una solida sicurezza lavorativa.