La mostra “Spezia: 80 anni da una storica vittoria – Luglio 1944 – Luglio 2024”, aperta fino a questa sera alle 23.00, si arricchisce. In questo ultimo week end, infatti, è stato esposto anche il quadro del pittore spezzino Federico Anselmi, scomparso qualche mese fa.
Le opere di Federico sono dipinte sulle vele dismesse di Nave Vespucci, come lui stesso ci aveva raccontato in un’intervista tempo fa. Anche la tela esposta presso il Palazzo della Provincia, che l’artista spezzino ha dedicato proprio alla storica vittoria del 1944.
Federico aveva deciso di dipingere quest’opera, dopo aver letto il libro “Lo scudetto dello Spezia” del collega giornalista Armando Napoletano. Era desiderio di Federico donare l’opera alla città. Paola, la vedova dell’artista, quando è venuta a sapere degli eventi dedicati allo storica vittoria del ‘44, ha contattato chi ha organizzato la mostra spiegando loro il desiderio di suo marito.
Ed è così che il quadro di Federico Anselmi potrà essere ammirato nel percorso della mostra.
La tela ritrae con la consueta intensità di Federico Anselmi un giocatore con la maglia bianca intento a tirare in porta con il portiere nell’atto di effettuare un tuffo laterale per difenderla con tutte le sue forze. Ma giocatore e portiere non sono gli unici protagonisti della tela. Alle spalle del calciatore e di un suo compagno di squadra c’è una folla che partecipa all’evento con sentimenti che vanno dall’entusiasmo della tifoseria ad espressioni di preoccupazione, ben comprensibili per il periodo che nel 1944 stava vivendo il nostro Paese.
A incorniciare la scena i palazzi scuri, in rovina, dove si intravedono le fiamme, spiegando in maniera inequivocabile il clima di distruzione di quel luglio 1944.
“Mio marito Federico - racconta la moglie Paola - è stato ispirato a dipingere questa opera leggendo il libro di Napoletano ‘Lo scudetto dello Spezia 1944’, che gli aveva fatto leggere un suo amico, lo scrittore Giuseppe Rudisi. Federico non era un gran tifoso - prosegue Paola - ma la storia di quegli uomini che si erano spesi per vincere la loro personale battaglia, nonostante la guerra incombesse, lo aveva profondamente appassionato e, commosso, aveva sentito il bisogno di rendere loro omaggio che, nonostante la guerra incombesse, volevano riaffermare con coraggio l’importanza dello sport come portatore di pace. Federico Anselmi desiderava profondamente donare alla città il suo quadro per celebrare il coraggio di quei calciatori ‘eroi’”, conclude Paola.