I Carabinieri forestali, durante una attività antibracconaggio, sono riusciti a risalire con certezza all’identità di un uomo che sistemava tagliole e lacci su un terreno con l’evidente scopo di catturare la fauna selvatica che si addentrava all’interno di un uliveto.
Alcuni giorni prima a restare ferito per colpa di una tagliola era stato un gatto domestico che in seguito alle cure veterinarie aveva riportato lesioni permanenti consistenti nell’amputazione parziale dell’avambraccio destro. Erano così partite le indagini che avevano inizialmente confermato la presenza di diverse trappole e poi permesso d’individuare, attraverso l’utilizzo di fototrappole, il responsabile, filmato mentre posizionava una tagliola a terra e due lacci in acciaio ancorati ad una pianta di ulivo.
L’utilizzo di lacci o tagliole è vietato dalla legge sulla protezione della fauna in quanto ha lo scopo di provocare danno e sofferenza agli animali in modo insidioso e del tutto ingiustificato. Infatti, qualunque animale finisca in una di queste trappole rischia di morire per dissanguamento o subire, come nel caso del gatto domestico, lesioni permanenti.
Pertanto, i militari forestali hanno denunciato alla Procura della Repubblica il responsabile per l’uso di mezzi di caccia non consentiti e anche per maltrattamento (delitto punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con multa da 5mila a 30mila euro, che si configura quando si cagiona una lesione a un animale per crudeltà o senza necessità). Infine, tutte le trappole scoperte sono state sequestrate dai forestali.