È in occasione dell’anniversario della legge 194, che la Cgil ha organizzato un presidio per affermare l’importanza della libertà di scelta delle donne di agire sul proprio corpo e sul proprio futuro.
Il presidio di oggi riporta al centro del dibattito tutte le restrizioni all’aborto e le difficoltà ad esso collegate per affermare che ogni limitazione è una limitazione della libertà delle donne di decidere per il proprio destino.
“Il messaggio è sempre lo stesso e come rete 194 lo portiamo avanti già dall’anno scorso per le problematiche del nostro territorio – ha affermato Francesca Tarantini della Cgil - ad oggi estese al contesto nazionale con l’introduzione delle associazioni pro-vita anti abortiste nei consultori in modo ancor più diretto. È importante tutelare la libertà e laicità dei consultori, consentendo alle donne che ad essi si rivolgono, di farlo in totale libertà e senza pregiudizi e allo stesso tempo che il personale dei consultori sia qualificato e porti il rispetto della libertà di scelta”.
Si è svolto di fronte al consultorio e all’ospedale Sant’Andrea, il presidio di questa mattina, presso due luoghi simbolo di questa problematica, infatti “nè la data, nè il luogo sono casuali, oggi ricorre l’anniversario della 194 e bisogna ricordare quella che deve essere una libertà di scelta”, ha sottolineato Tartarini.
Una libertà di scelta che all’interno delle strutture sanitarie locali si rivela comunque da tenere sott’occhio proprio a causa della presenza o meno di medici che praticano l’aborto. “L’anno scorso si configurava tale problema per abbandono di medici – ha spiegato Tartarini - questa situazione parrebbe sanata ma è importante vigiliare per evitare che il problema si ripeta. Si tratta di un percorso di monitoraggio che continueremo nel corso del tempo e negli anni”.
Era il 22 maggio 1978 quando venne pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la legge 194, detta “norma per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria di gravidanza”, oggi motivo di dibattito sia nell’opinione pubblica che nelle aule istituzionali.