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Addio al Destriero, Corrado Ricci: "Occasione persa. Sarebbe stato perfetto per il Museo del Design" (video) In evidenza

Il Cantiere della Memoria lo aveva celebrato con il video-documentario "Lampo Atlantico" nel 25° e 30° anniversario della conquista del Nastro Azzurro.

"Un'occasione persa per la città, anche alla luce della proposta del Prefetto di realizzare alla Spezia un Museo del Design. Il Destriero ci sarebbe stato molto bene. Ci vogliono le risorse, è vero, ma prima di tutto ci vuole la volontà e questa purtroppo è mancata. Un vero peccato".

E' amaro il commento di Corrado Ricci, giornalista e fondatore del Cantiere della Memoria, alla notizia che il Destriero sarà demolito.

Ricci ha dedicato molti studi e molte ricerche documentali all'imbarcazione vincitrice del Nastro Azzurro e, proprio in occasione del 25° anniversario di quella impresa, ha presentato un video celebrativo (poi ulteriormente aggiornato nel trentennale) dando voce ai protagonisti.

Il video-documentario ‘Lampo Atlantico’ realizzato dal ‘Cantiere della Memoria’, frutto delle ricerche meticolose di Corrado Ricci e dei video realizzati da Saul Carassale e Sara Bonatti, racconta la storia di un "orgoglio spezzino" del quale in molti sognavano che la città si potesse "riappropriare" e che invece La Spezia non rivedrà più.

Nel trentennale dell'impresa, quando il video era stato proiettato alla Mediateca Sergio Fregoso, Ricci aveva sottolineato: "Il ‘Destriero’  è un esempio di orgoglio spezzino perché è stato costruito dai Cantieri del Muggiano di Fincantieri e da maestranze prettamente locali. Anche l’equipaggio era formato per la maggior parte da componenti spezzini. La sua impresa non deve essere dimenticata ed è proprio per questo che avevamo creato il video-documento che permette di apprezzare questa storia che rappresenta un orgoglio sportivo, ma ancor prima industriale perché il Destriero incarna un genio ingegneristico che non ha avuto repliche. Resiste da trent’anni il record e questo dimostra il valore dell’imbarcazione e di tutto il team che ha orbitato attorno al progetto. Oggi celebriamo il trentennale di quell’incredibile impresa, un’intuizione dell’Aga Khan che ha finanziato l’operazione, ma resta il cuore spezzino con Fincantieri come costruttore e con un equipaggio per la maggior parte locale: il Comandante spezzino Odoardo Mancini era affiancato da Cesare Fiorio, campione della Formula 1. Alcuni protagonisti non ci sono più ma, come Odoardo, questa sera sono idealmente con noi”.

Le testimonianze e le immagini del documentario acquisiscono ora un valore ancora più prezioso, visto che il Destriero è destinato a restare solo nella memora di chi lo ha visto, direttamente o attraverso, appunto, lavori come quello realizzato dal Cantiere della Memoria.

 

 

IL RACCONTO DELL'IMPRESA
A Porto Cervo, dopo la partenza dalla Spezia, ci fu la prima passerella in pompa magna. La mattina del 31 maggio 1992 c’era una grande folla, autorità, ma soprattutto tanti curiosi giunti a salutare l’equipaggio alla partenza. Fiorio e Mancini ricevettero la bandiera della Regione Sardegna e il Guidone Postale, assieme ai sacchi di corrispondenza che vennero timbrati con l’annullo speciale. Fu quello il requisito adottato per adempiere al regolamento del nastro azzurro, dove a concorrere alla sua conquista possono essere solo le navi commerciali. Il ‘Destriero’, quindi, operò come nave postina con un sacco di lettere da recapitare, anche questo fu un esempio di ‘creatività italiana’ per centrare l’obiettivo del riconoscimento della nave commerciale più veloce.
L’estate del 1992 fu una stagione anomala. I centri meteo americani e inglesi che prepararono le previsioni per il Destriero segnalarono una perturbazione sull’Atlantico tale da sconsigliare la partenza. Ogni giorno la nave, nell’attesa di iniziare l’impresa, venne sottoposta a controlli meticolosi. Finalmente l’11 luglio 1992 il Destriero iniziò il trasferimento verso New York. Il mare era molto agitato da una tempesta non prevista: la nave cercò di deviare le perturbazioni per cui il percorso venne allungato e l’attraversata durò circa 100 ore andando molto fuori il tempo record, con una media di 32 nodi. La sfida nella sfida fu quella di non superare i carichi di rottura delle strutture.
Alle 13.00 locali, le 19.00 in Italia, del 15 luglio 1992, dopo 4 giorni e 5 ore dalla partenza dal Tarifa Point, il Destriero era al traverso del Faro di Ambrose, considerato la linea del traguardo della competizione del ‘Nastro Azzurro’ e situato nella Lower New York Bay.

La partita restò aperta come ha dichiarato nel documentario Cesare Quondamatteo: “Durante il rientro da New York ho accompagnato Fiorio all’aeroporto e ho assistito alla discussione tra lui e Agnelli che era contrario a ripetere la traversata perché pensava che la nave non fosse in grado. Fiorio insisté parecchio e alla fine l’ebbe vinta. Gli americani e noi dell’equipaggio riuscimmo ad individuare i problemi. Quindi è arrivato l’ordine e siamo ripartiti”. A New York si sistemarono le saldature e vennero realizzati dei rinforzi da saldatori arrivati appositamente dall’Italia. In attesa delle condizioni meteo favorevoli ogni aspetto venne curato meticolosamente dall’equipaggio per ottimizzare la resa del Destriero nella traversata di ritorno e centrare l’obiettivo del Nastro Azzurro.
Le condizioni meteo preannunciavano una ‘finestra’ favorevole sull’Oceano, bisognava assolutamente sfruttare l’occasione. Il 9 agosto 1992 alle 13.59 locali, le 18.59 in Italia, il Destriero lasciò il Porto di New York ad una velocità di 40 nodi per affrontare l’Atlantico con rotta verso le Isole Scilly a sud-ovest della Gran Bretagna. Nessuno dormì a bordo, le condizioni meteo promettevano bene. Il Destriero venne spinto al massimo della sua potenza, man mano che si consumava il carburante, la nave diventava sempre più leggera e veloce. Si realizzò così il record ancora oggi imbattuto: 58 ore 34 minuti e 50 secondi, dal Faro di Ambrose Light a New York al Faro di Bishop alle Isole Scilly, 3.106 miglia nautiche alla velocità media di 53,09 nodi, con punte massime di 67 nodi, circa 124 Kh/h.

“Le condizioni meteo erano buone, ma non ci permisero di percorrere la rotta ortodromica, cioè quella più diretta – ha spiegato Cesare Fiorio nel documentario - ma per sfruttare le condizioni migliori vennero percorse circa 100 miglia in più. Nella seconda notte abbiamo attraversato un’altra piccola tempesta, saltavamo ad una forte potenza da un’onda all’altra. Una volta arrivati a Bishop Rock, in Inghilterra, abbiamo dovuto chiamare il Faro e i cronometristi per avvisarli del nostro arrivo che stava avvenendo con grandissimo anticipo rispetto ai tempi previsti. Furono tutti molto sopresi e ci hanno fatto anche tantissimi complimenti”.

Molte imbarcazioni accorsero ad attendere e festeggiare il Destriero all’arrivo. I giudici, per il grande anticipo, non erano presenti sul posto. Era ancora buio, hanno raccontato i protagonisti, la nave ha dovuto ripetere l’arrivo con la luce del giorno solo per scattare le fotografie ufficiali. Grande l’euforia dell’equipaggio che, quando mancava pochissimo all’arrivo, si è recato in plancia.
Ventuno ore in meno del Catamarano Overspeed, quasi 100 km all’ora per tagliare il traguardo dopo due giorni, 10 ore, 34 minuti e 50 secondi. Il Destriero raggiunse il Faro di Bishop alle 6.14 del mattino in mezzo ad una fitta nebbia. Grandissima la festa anche all’arrivo alla Spezia, con centinaia di imbarcazioni che hanno accompagnato per l’ultimo tratto il Destriero.

 

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