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Addio a Carla Ferro, da staffetta partigiana alle battaglie ambientaliste, con un amore sconfinato per la sua "Ria" In evidenza

Il ricordo di chi meglio la ha conosciuta.

Tristezza e commozione avvolgono il borgo delle Grazie che ha perso una delle sue figure più amate: è morta, a 96 anni, Carla Ferro, anima di Ria.

Una donna che ha fatto mille battaglie, dalla lotta per la Liberazione all'impegno ambientalista, sempre con la sua Ria nel cuore, tramandandone valori ed identità in tanti modi, dalle commenti dialettali alle fiabe, coinvolgendo i giovani anche nelle attività nel borgo perchè continuino ad amarlo e curarlo.

Carla Ferro è stata una donna importantissima per Le Grazie, per questo vogliamo ricordarla attraverso le parole di chi la conosceva meglio.


La Pro Loco delle Grazie scrive: "Il borgo delle Grazie ha perso un’altra sua anima, combattiva e concreta, che tanto ha dato al risveglio culturale della nostra comunità.
Diamo l’addio a Carla Ferro, donna di grandi passioni e di amore incondizionato per la “sua” Ria.
Per raccontare Carla non basterebbe un libro. Si potrebbe partire dal suo impegno negli anni difficili del secondo conflitto mondiale e nel suo ruolo di giovane donna nella Liberazione, per arrivare alle sue battaglie ambientaliste con i colori bianco/blu dell’associazione Marevivo e proseguire ancora parlando della cura che lei, con le altre donne del borgo, metteva nell’abbellire le strade di Ria nelle occasioni importanti, che fossero una processione religiosa o una festa.
Ma, in realtà, non c’è mai stata una sola Carla Ferro, ce ne sono mille da raccontare e ricordare. Protagoniste tutte quante della nostra comunità e di quella voglia di proteggere e tutelare, prima di riscoprire e tramandare, l’anima più profonda delle nostre tradizioni e della nostra cultura. E così possiamo ricordarla con l’amica AnnaMaria Carpena a realizzare mostre uniche, ed irripetibili, frutto di ricerche storiche negli archivi e nelle cassapanche del tempo, attraverso le quali abbiamo conosciuto molta della nostra Storia, quella che dobbiamo scrivere con la S maiuscola.
Eppure anche questo non basterebbe ancora per far capire quando Carla sia stata, e resterà, importate per noi graziotti. Ed allora si potrebbe dire delle molte commedie dialettali che l’hanno vista eclettica autrice, regista e protagonista, per arrivare alle testimonianze che ci ha lasciato con i suoi scritti nelle ultime edizioni del Ria. Ma, nuovamente, purtroppo non si sarebbe ancora detto tutto...
Grazie Carla per esserci stata, per essere stata una fucina inarrestabile di idee, progetti e azioni, per averci sempre spronato a fare e dire ciò che serviva per non perdere la nostra identità di graziotti.
Ci hai lasciato un esempio da seguire, un’eredità di cui essere degni.
Hai tracciato una rotta precisa su cui indirizzare la prua per arrivare a quell’orizzonte di valori a cui hai sempre aspirato. A noi, ora, il compito di saper mantenere dritta la barra con lo stesso spirito e con la stessa generosa caparbietà di donna libera che ti ha sempre guidata".

 

Questo, invece, il ricordo del Cantiere della Memoria: "La sua voce è riecheggiata nel Cantiere della Memoria il 26 marzo scorso, col racconto di alcune fiabe del territorio, uscite dal registratore nel quale le avevamo archiviate facendone tesoro. Ad udirla c’erano i bambini della scuola primaria, confluiti per la giornata della lettura. Quella è stata l’ultima testimonianza di amore di Carla Ferro per il paese natale delle Grazie col pensiero alle nuove generazioni, un ideale abbraccio a distanza con i piccini, dalla casa di riposo della Spezia nella quale era ricoverata. Lì Carla è spirata. Il 12 ottobre prossimo avrebbe compiuto 97 anni. Il vuoto che lascia è incolmabile, la lezione di vita durerà per sempre: mettersi in gioco per tenere alta la bandiera dell’identità locale, fare delle ricerche storiche e del dialetto gli strumenti per alimentarla e, ancor prima, lottare per i valori della libertà, della giustizia, dell’uguaglianza sociale. Da staffetta partigiana a cultrice del teatro, in ogni momento della sua lunga vita Carla è stata un dono, un faro, un riferimento imprescindibile per tante persone. Il Cantiere della Memoria è figlio, anche, del suo incoraggiamento. Ci ha sostenuto nei primi passi, ci ha fatto crescere, ci ha deliziato con la sua sana ironia, ci ha aiutato a ricostruire belle storie. Come quella di suo fratello Pietro, giornalista, inviato speciale nel mondo col paese nel cuore. Ora la pensiamo al suo fianco, al fianco del marito e a fianco di Anna Maria Carpena, l'amica con cui ha condiviso ricerche e passioni. Ciao Carla! Ci mancher".

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