Questa mattina durante la presentazione delle “Giornate di Primavera 2024” del FAI, la presidente della delegazione della Spezia, Marinella Caporuscio, ha anticipato che sono in corso lavori di restauro di Villa Rezzola, lascito al FAI di Maria Adele Carnevale Miniati, detta Pupa.
La ristrutturazione è cominciata dal parco della villa, con il coinvolgimento dei più grandi esperti di architettura del paesaggio italiani. Una volta completata questa fase, si procederà a ristrutturare gli interni, per i quali, come evidenzia Caporuscio, sono necessari lavori importanti. L’operazione è stata resa possibile da un finanziamento a valere su fondi PNRR.
Marinella Caporuscio ha anche anticipato che già nel 2024, verranno organizzate giornate di visita alla villa per mostrare i lavori in corso.
Immersa in un ampio giardino terrazzato che digrada verso il mare, Villa Rezzola si affaccia su un panorama simbolo del nostro Paese, il “Golfo dei Poeti”, celebrato, tra gli altri, da Dante, Petrarca, Byron e Shelley.
Inglesi furono anche i proprietari di Villa Rezzola nei primi tre decenni del Novecento, i coniugi Cochrane (1900-1935), la cui impronta britannica è tuttora rintracciabile in alcuni dettagli architettonici e nello splendido giardino dalla straordinaria varietà botanica.
Tra i parchi e giardini del FAI, quello di Villa Rezzola, è forse il più complesso, un giardino che nasce dallo spirito collezionistico botanico dei proprietari che si sono avvicendati negli anni. La villa è una tipica residenza di villeggiatura dell’alta borghesia o dell’aristocrazia inglese che, tra l’Ottocento e il primo Novecento, raggiungeva la Liguria, da Ponente a Levante, per sfuggire alle rigide temperature d’Oltremanica. Qui il clima mite consentiva loro di sperimentare la coltura di piante impossibili da coltivare in Inghilterra, creando così un giardino ricco di specie rare ed esotiche. Alla passione per la botanica si aggiungeva il gusto britannico nel progettare i giardini senza assoggettare la natura a un disegno geometrico e proponendo un’immagine di spontaneità pur guidata da un preciso senso estetico.
IL GIARDINO DI VILLA REZZOLA
Creato secondo lo stile e l’ispirazione tipica dei giardini di fine Ottocento e inizio Novecento, sulla scia dei parchi di acclimatazione, il giardino di Villa Rezzola è il frutto della passione e dell’impegno dei rappresentanti di una borghesia nord-europea attratta dalla Riviera Ligure per trascorrere la stagione invernale. Il contesto originario era una collina aspra e soleggiata coltivata a ulivi, che la famiglia Cochrane trasformò in un ampio giardino mediterraneo, con spazi attraversati dalla luce del sole alternati a zone fresche e ombreggiate, corredati da elementi architettonici quali balaustre, fontane, passaggi e viali. Qui introdussero piante esotiche, importate appositamente: eucalipti australiani, magnolie dell’Himalaya, palme e una ricca vegetazione costituita da piante provenienti da ex colonie britanniche. Nella parte alta della collina, nei pressi della Villa, sono stati costruiti i giardini più formali con lunghe aiuole a prato bordate da bosso, pergolati con pilastri coperti di glicine, aiuole per la coltivazione dei fiori da taglio e rose. Un singolare esemplare di magnolia è stato coltivato con l’utilizzo di una struttura metallica a cerchi di larga circonferenza, per reggere i rami e creare un angolo fresco nei pressi della terrazza.
LA DONATRICE E LA SUA VILLA
Nata a Roma nel 1922, Maria Adele Carnevale Miniati, detta Pupa, trascorse gli ultimi decenni della sua vita a Pugliola. Nel 1950, Maria Adele sposò il tenente di vascello Piero Gualberto Miniati. È in quest’epoca (1951) che la villa fu sottoposta al vincolo statale, venendo dichiarata «di notevole interesse pubblico per la sua non comune bellezza». La coppia si occupò della dimora pugliolese, arredandola in parte con beni provenienti dalla dimora romana dei Carnevale, in parte con acquisti più recenti. Pupa Miniati ha lasciato al FAI anche una dote costituita da alcuni importanti immobili la cui rendita contribuirà al mantenimento e alla cura di Villa Rezzola.