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L'equipaggio del Transatlantico REX inserito tra "i Giusti": salvò decine di migliaia di ebrei In evidenza

Un importante riconoscimento anche per la marineria lericina.

Mercoledì 6 marzo, "Giornata dei Giusti", durante una cerimonia che si terrà a Milano al Gariwo (acronimo di Gardens of the Righteous Worldwide), l'intero equipaggio del Transatlantico REX sarà inserito tra "i Giusti", cioè coloro che si sono presi responsabilità contro le ingiustizie verso gli altri esseri umani: in questo caso verso gli Ebrei durante il nazismo e il fascismo.

Sarà premiato l'intero equipaggio imbarcato sul Transatlantico tra il 1933 e il 1940, tra cui decine di lericini, in gran parte soci della Società Marittima di Mutuo Soccorso, tra cui, naturalmente, il Comandante  Francesco Tarabotto, che dedicò il "Nastro Azzurro" alla Società.

Bernardo Ratti, Presidente della Società Marittima, afferma:  "Una bella notizia che dà ulteriore valore alla "marineria" mercantile italiana, ligure in particolare, d'orgoglio per Lerici. Il merito di questo riconoscimento va principalmente all'Ingegner Flavio Testi, genovese, il cui padre fu imbarcato sul Rex, che da sempre tiene vivo il ricordo del Transatlantico e della conquista del "Nastro Azzurro". Ma anche, in parte, alla Società Marittima M.S. di Lerici, che da decenni organizza iniziative in proposito: nello specifico abbiamo inviato all'organizzazione "Gariwo" parecchio materiale, non solo relativo a Tarabotto, ma anche a molti marittimi del borgo che, anche successivamente, si impegnarono per aiutare gli Ebrei in fuga. Il Comandante Tarabotto, dal 1932 al 1937 al comando sino alla pensione, a conoscenza di tutto (come gli altri Comandanti dopo di lui), si adoperò per agevolarne il trasporto e il salvataggio. Come noto, non era particolarmente simpatico al regime di allora, che avrebbe preferito che a vincere il prestigioso "Nastro Azzurro" fosse anzi l'altro transatlantico, il "Conte di Savoia", in quanto il Comandante lericino era considerato "scorbutico" e "non prono" dai vari ministeri. Senza dimenticare che i marittimi lericini, frequentatori abituali di Stati Uniti e Inghilterra, erano ben consapevoli delle  differenze tra le democrazie anglosassoni e l'Italia. In mare poi, chi è in difficoltà va aiutato, sempre".  

Come riporta l'Ing. Flavio Testi: "A partire dal 1933, cominciò l'esodo di migliaia di ebrei dalla Germania di Hitler, così degli ebrei austriaci. Si stima che decine di migliaia riuscirono a emigrare dalla Germania prima del 1938. In Italia operava anche, a partire dal 1939, la Delegazione Assistenza Emigrati Ebrei (DELASEM), anch'essa attivamente coinvolta nell'ausilio agli ebrei rifugiati accorsi in Italia dagli altri paesi europei. Tra il 1933 e il  1940 passando dall'Austria a Trieste, proseguivano in treno fino a Genova, dove attendevano, protetti, l'imbarco sul transatlantico Rex. A Genova importante il ruolo della Chiesa Cattolica genovese, coordinata dal Cardinale Pietro Boetto, nell'assistenza degli ebrei perseguitati. Tante altre famiglie ebree si imbarcarono sul Rex anche dal porto di Villafranca-Cannes in Francia. A bordo potevano contare sull'umanità e la bontà d'animo dell'equipaggio, com'è possibile evincere consultando le numerose testimonianze audiovisive esposte allo United States Holocaust Museum di Washington, che ci raccontano ancora oggi dell'aiuto ad essi fornito da parte del personale di bordo della nave".

Si pensi che sul Transatlantico, su iniziativa della Compagnia, con il beneplacito di Tarabotto, proprio per agevolare la permanenza di queste persone già in difficoltà, erano sempre presenti un cuoco kosher e un rabbino, con turni programmati, in modo che il loro sostegno non venisse mai a mancare. Anche a seguito dell'emanazione delle vergognose leggi razziali del 1938, le disposizioni discriminatorie e antisemite promulgate dal regime fascista non si applicarono mai a bordo del Rex, consentendo in questo modo ad un numero compreso tra i 30mila e i 50mila ebrei europei e italiani di poter raggiungere gli Stati Uniti, sfuggendo alla furia della Shoah. 

Una bella storia di marineria. 

 

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