Un ragazzo disabile si è presentato alla palestra Tonic della Spezia, il centro fitness ospitato nel complesso delle Terrazze nell'ex area IP, chiedendo informazioni per potersi iscrivere in palestra.
A suo dire, come spiegato in un post su Facebook che è diventato virale nel giro di poche ore, alla reception avrebbero richiesto una quota di iscrizione sia per lui, in sedia a rotelle, che per il suo accompagnatore, minimo 18 mesi.
Da qui, la protesta sui social. "E' come se avessero scritto sull'offerta: la direzione accetta l'ingresso ai disabili: se autosufficienti pagano 1 abbonamento, se non autosufficienti ne pagano 2 ovvero il famoso 1 al prezzo di 2! Alla faccia dell'inclusione e dell'abbattimento delle barriere architettoniche!"
A distanza di qualche ora, la direzione del Network, che gestisce in Italia 9 centri sportivi, ha diffuso una nota, spiegando che probabilmente la questione è stata fraintesa. "Nessuna strumentalizzazione della disabilità, solo chiarire qual è la posizione dell'azienda Tonic, delle società sportive che erogano i servizi e, non ultima, di parte della proprietà che vive in via diretta e personale il tema della disabilità.
Nei nostri club i disabili pagano per i servizi di cui intendono usufruire. Pagano perché il disabile è una persona, non ha bisogno di pietismo o di condiscendenza ma delle attenzioni e del rispetto dovuto a tutti i nostri iscritti, senza categorizzazione alcuna.
Gli accompagnatori, invece, pagano se intendono allenarsi, non pagano se svolgono solo la funzione di accompagnatore. Vengono comunque censiti e tesserati a spese di Tonic per ragioni assicurative e di sicurezza, ma non devono portare neppure la certificazione di idoneità sportiva".
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