Si narra che un contadino che viveva in una casa fuori dalla cinta muraria della città, poco distante da Porta Biassa, custodisse all’interno della sua abitazione un dipinto su tavola in legno che rappresentava la Beatissima Vergine.
In una giornata di forti piogge, il torrente Lagora straripò, invadendo con le sue acque anche la casa del contadino. La distruzione fu totale, l’unico oggetto che si salvò fu proprio il dipinto della Nostra Signora della Neve.
Gli spezzini gridarono al miracolo, decidendo di costruire una cappella dove conservare il dipinto, sulla cui facciata venne scritto “Questo Santuario è sorto per devozione del popolo della Spezia”, correva l’anno 1595.
La cappella rimase sul sito fino al 1864, quando venne demolita in occasione della costruzione dell’Arsenale. Inizialmente il dipinto venne trasferito nell’allora Cattedrale, la chiesa di Santa Maria Assunta, quindi, spostata nel 1881 presso l’Oratorio accanto al Convento dei Salesiani.
I salesiani, qualche anno dopo, decisero di costruire una chiesa più grande: la prima pietra venne posta nel 1897, ma non è chiaro se da Giovanni Bosco stesso o se il Santo avesse solo scelto il luogo di edificazione. Per volontà del Beato Michele Rua, la chiesa venne dedicata alla Nostra Signora della Neve.
Il progetto venne realizzato dall’architetto Giuseppe Ferrari d’Orsara, il quale, riferendosi allo stile seguito per la nuova erigenda chiesa, sottolineò che a quell’epoca non si poteva parlare di uno stile architettonico ben tracciato. Infatti costruì la chiesa seguendo criteri eclettici, prendendo elementi dalle prime basiliche cristiane per proseguire in vari periodi dell’architettura sacra dei successivi secoli, come osservato da Ubaldo Mazzini in un suo scritto dedicato alla chiesa di Nostra Signora della Neve.
Sempre Ubaldo Mazzini scrive che l’architetto scelse quasi tutti materiali provenienti dalle nostre cave, come il calcare di Romito e la pietra scura con sfumature turchesi di Biassa, le due poste a strati sulla facciata.
La costruzione durò tre anni e la chiesa venne consacrata nel 1901, diventando parrocchia nel 1910.
Nel periodo della guerra, a seguito del bombardamento del 5 giugno 1943, in Viale Garibaldi e nelle vie tutte attorno, la distruzione fu pesante. La chiesa di Nostra Signora della Neve, tuttavia, rimase indenne, fatto che portò a pensare ad un secondo prodigio, come quello accaduto nel XVI secolo quando l’Immagine della Beatissima Vergine si salvò dalla piena delle acque del Lagora.